le opinioni

La violenza fa schifo e spesso è subdola. Come iniziare a prenderne nota.

a cura de Le Contemporanee



Un bellissimo vademecum a cura della scrittrice Melissa Panarello, realizzato per Le Contemporanee, da leggere, rileggere, stampare e appendere. Un compendio per la nostra e vostra autodifesa.

La violenza non solo fa schifo, ma spesso è anche subdola. Ci sono violenze esplicite e quelle che sono pervasive, insidiose e incredibilmente comuni. Prendere nota di situazioni, persone e cose dalle quali stare alla larga. E se la vita non e’ particolarmente benevola con voi, consigli utili per cavarvela in quattro particolari situazioni.

Piccolo manuale di autodifesa

a cura di Melissa Panarello



Per buona parte della vita vissuta finora, sono stata incapace di difendermi. Anche se rispondevo a provocazioni, offese e illazioni, era come se fossi una porta aperta dentro cui chiunque poteva entrare a urinare sui miei tappeti. Difendersi non è solo la capacità di rispondere per le rime a chi ferisce o intende farlo, ma il talento nel lasciare inaccessibile uno spazio senza per questo rinunciare a socievolezza e amabilità. Equilibrio durissimo da raggiungere, per tipe come me. Eppure, alla fine, anche le più irriducibili ce la fanno e ora vi dico come ho fatto.

Ipotizziamo delle situazioni in cui tutte noi possono, prima o poi, trovarsi. Alcune più gravi di altre, si va dal violetto color fiamme dell’inferno al giallo canarino: le sfumature delle rotture di scatole sono tante, di certo molto più dei sette colori dell’arcobaleno. Ogni fase della vita e ogni età ha le proprie scocciature, i molestatori e le molestatrici di una giovane donna di venti anni non sono gli stessi molestatori di pance che quando una donna è incinta appongono le proprie mani sul ventre gravido per questo una piccola guida può essere utile a riconoscerli, schivarli e vendicarsi.

LA MANO MORTA

Cos’è. Finge di capitare lì per caso e invece ha un’intenzione ben precisa: toccare una parte del tuo corpo che in quel momento non si aspetta di essere toccata. Nel 99% la mano morta è di un maschio adulto, non è un tocco sfrontato e chiaramente riconoscibile, ma un tocco aggressivo-passivo che c’è e si sente, ma chi lo produce giura di non averlo fatto apposta. Non è difficile distinguere una mano che sfiora per caso, perché magari l’autobus è gremito e la gente sta accalcata, da una mano che intenzionalmente, ma in maniera molto timida, si avvicina alle parti intime.

Come la risolvi. Il primo passo da fare è spostarsi. Se la mano però ti viene a cercare anche nella nuova postazione, hai la certezza che vuole proprio molestarti e che non è capitata lì per caso. La reazione però dipende dalla tua attitudine e dalla tua educazione: se vuoi urlare “Porco!” e dare una borsettata va bene, ma va bene pure continuare a spostarsi per tutto l’autobus finché al molestatore non avrai fatto venire i calli ai piedi e infine dirgli “Mi dispiace per te che hai dovuto fare tutti questi chilometri per venire a trovarmi”.

LA TOCCATA PESANTE

Cos’è. Alle scuole medie il numero di episodi in cui i maschi più grandi toccavano noi ragazze più piccole, con prepotenza e persino cattiveria, sono incalcolabili. Non so se siamo state sfortunate noi, io e le mie amiche, ad averne incontrati così tanti o se è una cosa che capita a tutte fra i dodici e i quattordici anni, di fatto a quell’età i maschi sono senza regole, pieni di ormoni, il testosterone ci mette un attimo a trasformare la voglia in violenza e difendersi è fondamentale. A volte ci trovavamo contro un muro, con loro che cercavano di toccare dappertutto, a volte durante i lenti, con le mani sui seni appena sbocciati.

Come la risolvi. La toccata pesante è molto mortificante, non può essere paragonata a uno stupro, per ovvie ragioni, ma ha molto a che vedere con la violenza sessuale, poiché un uomo che tocca intenzionalmente una parte del corpo di una donna, quando questa non se lo aspetto e/o non vuole, significa che sta usando prepotenza e sta a tutti gli effetti aggredendo: una cosa che ha risvolti penali, insomma. La toccata pesante provoca rabbia, che ogni donna gestisce nel proprio modo: chi la fa esplodere nell’immediato, urlando per farsi sentire e per impaurire l’aggressore, chi la tiene dentro e la fa sedimentare trasformandola in veleno. Se siete molto giovani, parlatene con una persona adulta di cui vi fidate, il vostro insegnante preferito o la vostra zia più bizzarra. Chi ha il potere di mettere in riga un molestatore, lo farà. E se quel potere pensate di averlo voi, usatelo: siate spietate, se serve.

L’AMICA O L’AMICO FICCANASO

Cos’è. Quella persona cara al tuo cuore, con cui ti piace moltissimo condividere il tempo e le chiacchiere, ma che proprio non ce la fa a rispettare quello spazio che per te è sacro e privatissimo e vuole sapere tutto, anche contro la tua volontà. Quella persona che se le tieni nascosto un fatto della tua vita, un sentimento appena sbocciato, o la decisione di fare un figlio, si risente, ti mette il muso e non ti parla per settimane.

Come la risolvi. Ci sono persone che hanno la mania del controllo, su questo non puoi farci nulla, dovranno ahimè vedersela con il proprio analista. Quello che puoi fare tu, se vuoi salvare un’amicizia ficcanaso, è essere apertissima su un punto: nel dichiarare che sei una persona con delle ombre e intendi tenere al buio quello che per te è segreto. Non è una questione personale, è questo che devi spiegarle. Non c’entra niente la mancanza di fiducia, o la voglia di condivisione, piuttosto hai bisogno di frequentare luoghi conosciuti solo a te. Che rispetti la sua voglia di sapere, ma lei deve rispettare la tua voglia di riserbo.

L’ATTIVISTA AGGRESSIVO/A

Cos’è. Nuova tipologia umana che si colloca fra il troll e il motivatore altrimenti detto influencer. L’attivista ha una vita solo sui social, al massimo sui libri che grandi marchi editoriali gli chiedono di scrivere per sfamare l’esorbitante numero di follower. Se incontri un/a attivista fuori dai social sei fortunata come chi incontra l’Uomo delle Nevi in Groenlandia, ma se quest’ultimo c’è il rischio che ti divori, l’attivista è molto più timido e riservato dal vivo di quanto non appaia nelle sue infuocatissime stories.

L’attivista ti dice quali sono le regole in determinati ambiti (femminismo, ambientalismo, veganismo), e ti dice che quelle regole non possono essere trasgredite. L’attivista di rado scende in piazza a protestare. Incontrare un/a attivista che cura le ferite di una donna malmenata dal marito in un centro anti-violenza, è raro più che incontrare l’unicorno in Svezia.

Come la risolvi. Defollowa tutto il possibile e comincia a pensare con la tua testa, a connetterti con la tua sensibilità: cosa è che a TE fa veramente arrabbiare? Su Instagram segui solo account di foto di uccelli (volatili) e degli amici che vanno in vacanza, perché dopo un po’ gli influencer influenzano e dalle pandemie, ormai lo sappiamo, si esce a fatica. Vaccinatevi contro gli attivisti! Contesta l’attivista quando qualcosa non ti torna, ma non diventare un troll: questo è chiaro.

LA PAROLA A VOI

E a voi è successo? Come avete reagito? Quali altre situazioni sgradevoli esistono sulle quale vorreste dare consigli o riceverne?
Si potrebbe fare di piu’ nelle scuole e nel mondo dei media per riconoscere la violenza fisica e verbale, per combattere hate speech, aggressivita’, leoni da tastiera, codardi di quartiere e dintorni? Se vi va raccontateci la vostra storia. Noi siamo qui, vi leggiamo e se volete, vi pubblichiamo. Perchè parlarne anche con semplicita’ è un primo e importante passo per reagire e cambiare poco a poco le cose.

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