Diane Keaton, l’eleganza della libertà

13 Ottobre 2025

Nei giorni scorsi, una triste notizia ci ha raggiunti: l’improvvisa scomparsa dell’iconica Diane Keaton. Dall’esordio a teatro sino al sodalizio con Woody Allen, molte furono le sue prove di talento: dal ruolo di Kay Adams, ne Il padrino ed i suoi sequel, a quello eterno di Annie Hall, che le valse, nel 1978, il premio Oscar, sino alla carismatica Sister Mary, precettrice e guida di Lenny Belardo in Young Pope, di Paolo Sorrentino.

Ma il suo volto indelebile e pop, così ben caratterizzato da vaporosi capelli, occhiali da vista e cappelli a tesa larga, è divenuto caro al mondo del cinema non solo per i ruoli memorabili a cui ha dato vita: ma per la sua unicità. Da sempre ispiratasi a Katharine Hepburn, ricordata per i suoi ritratti di donne forti ed indipendenti, Keaton non era solo un modello di stile, per i suoi look androgini ed eccentrici. Ma anche un potente role model, in grado di rivendicare con forza e grazia il diritto di ogni donna di sottrarsi agli standard precostituiti, per poter abbracciare con fierezza la gioia di essere autentica.

Altre tre volte candidata all’Oscar, vincitrice di due David di Donatello, un Bafta e due Golden Globe, ebbe importanti relazioni con Woody Allen e Warren Beatty, e frequentò anche la co-star de Il Padrino, Al Pacino. Ma non si sposò mai, rivendicando, con un sorriso, di essere rimasta, probabilmente “l’unica donna single della sua generazione”. E ricordando che, nonostante ciò, un partner non le era mai parso necessario per trovare la felicità.

Messasi più volte, e con successo, alla prova anche come regista, diresse un episodio della serie “I segreti di Twin Peaks” per David Lynch e quattro film tutti suoi, tra cui il notevole “Avviso di chiamata”, nel 2000. E tra il 95 e il 2000, Keaton coronò anche il proprio desiderio di costruire una famiglia, adottando come donna single i due (tanto amati) figli Dexter e Duke.

Dal ricordo di colleghi ed amici, anche alla sua scomparsa, ad imporsi è un ritratto fatto di autenticità, con cui l’attrice rivendicava con gentilezza lo spazio d’una voce fortemente personale . Ma anche di coraggio: e non solo nel vestire. Ma soprattutto nello stare in scena; nell’abitare un ruolo, nel vivere con generosità, empatia e rispetto, doti per cui i colleghi più giovani hanno voluto, ancora una volta, celebrarla.

Leonardo DiCaprio, che, giovanissimo, recitò con lei in Marvin’s Room, ha ricordato Diane come “brillante e divertente, senza scusarsi di essere se stessa“. Ed anche Cynthia Nixon, che ammise di essersi sempre ispirata a lei durante l’infanzia, nel modo di comportarsi e di vestire, ha definito la possibilità di lavorare con Keaton “un sogno diventato realtà”.  Goldie Hawn, sua compagna sul set de Il club delle prime mogli, ha ricordato con affetto l’intimità condivisa con Keaton nei camerini e la loro amicizia, rafforzata dal desiderio di “invecchiare insieme”. Mary Steenburgen, anche lei parte del cast di ‘Book Club’ e del suo sequel, ha ricordato a sua volta il loro legame, nato sul set: “Diane era magia. Non ci sarà mai più nessuno come lei. L’ho amata e mi sento fortunata di averla chiamata amica”. E non ultima, a ricordare con affetto Diane, anche un’altra eterna anti-diva: Meryl Streep, che ha reso omaggio al suo stile ed alla sua energia.

“Diane vive in ogni donna che ha osato essere diversa, in ogni attrice che ha scelto la verità invece della perfezione” ha scritto infatti Streep, catturando l’essenza libera ed anti-conformista di un’icona inesauribile di forza e di intelligenza, ma anche di coraggiosa vulnerabilità.

Sempre fedele a sé stessa, Diane Keaton ha toccato il cuore di donne di oggi e di ieri, con il suo senso unico di “stare” e di “essere nel mondo”, definendo un modo di vivere e di fare cinema destinato a risuonare ancora a lungo, nel tempo.

Ed il suo messaggio potente continuerà, infatti, ad abitare in chiunque l’abbia amata. Abbi il coraggio di abbracciare te stesso e la tua unicità. E renderai la tua vita una- sincera – opera d’arte.

Pic rights ANSA

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