Oltre il 70% delle nomine alla Commissione Europea sono maschili: l’appello di Inclusione Donna per rispettare la parità di genere

Prende corpo la prima sfida per la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen: riuscire a garantire una effettiva parità di genere durante il suo secondo mandato.

Dopo la sua rielezione, nel mese di luglio, Von Der Leyen, che rappresenta la Germania, aveva infatti chiesto alle capitali di nominare due candidati (uno uomo e uno donna) al Collegio di gabinetto, che guida il lavoro del braccio esecutivo dell’Ue, ed è formato da un Commissario per ciascuno dei 27 Stati membri.

Ad oggi, tuttavia, la rosa dei candidati al Collegio si configura come prevalentemente maschile, con soltanto il 29% di nomine femminili tra quelle già effettuate.

“Voglio scegliere i candidati più preparati che condividono l’impegno europeo. Ancora una volta, punterò a una quota paritaria di uomini e donne al tavolo del Collegio”, aveva dichiarato Von Der Leyen, alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

I governi dell’UE avranno tempo sino al 30 agosto per presentare i nomi dei loro candidati.

Inclusione Donna, network di associazioni per promuovere la parità di genere, ha rilanciato un appello per ricordare l’importanza di rispettare le indicazioni di Von Der Leyen per il raggiungimento di una quota paritaria, nell’auspicio di una risposta concreta della Presidente Giorgia Meloni.

Ad oggi, oltre alla stessa Von Der Leyen, l’ex prima ministra estone Kaja Kallas risulta a capo della politica estera dell’UE, nonchè vicepresidente della Commissione Europea. Le altre quattro donne candidate provengono, invece, da Croazia, Spagna, Svezia e Finlandia.

Ma l’auspicio, per il resto d’Europa, è che non resti a guardare.

©Pic credits to ANSA

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