L’Italia è uno degli ultimi stati membri dell’Unione Europea in cui l’educazione sessuale non è obbligatoria a livello scolastico. Il primo disegno di legge fu presentato il 13 marzo 1975 da Giorgio Bini del Partito Comunista italiano. Da allora decine di mozioni hanno tentato senza successo di introdurre l’educazione sessuale come materia curriculare, ma a distanza di cinquant’anni, non è stata ancora approvata alcuna legge.
Nel resto d’Europa invece, la storia dell’educazione sessuale nelle scuole ha oltre mezzo secolo. In Svezia diventa materia obbligatoria già nel 1955.
Gli standard per l’educazione sessuale in Europa sanciscono l’adozione di un metodo che sia rivolto non esclusivamente alla prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate, ma anche all’autodeterminazione e alla presa di coscienza di sé e della propria sessualità.
Fallo bene rappresenta un’associazione giovanile ben radicata e formata, in cui potrete trovare risposte a molte dei dubbi che da sempre la nostra società non ha fatto permeare.
L’educazione ad una sessualità consapevole, si unisce all’organizzazione di eventi e lezioni nelle scuole, workshop ed eventi con professionisti ed educatori, che permette alle giovani ed ai giovani di informarsi nel modo più corretto e fruibile.
Ho avuto il piacere di parlarne con Marianna Gatta, co-founder del progetto.
L’origine di “Fallo bene”
Marianna: L’origine progettuale di FalloBene risale al 2017, da un progetto di User experience di Marianna Gatta e Federica Roberti. Dovendo immaginare un prodotto multimediale basato sull’esperienza dell’utente, ci siamo interrogate su cosa fosse utile alla comunità. In quel periodo ancora non si parlava tanto dell’importanza dell’educazione sessuale e noi volevamo contribuire al cambiamento verso una società più corretta nelle questioni di genere, più inclusiva e rispettosa dell’altr3. Abbiamo quindi pensato a un servizio per l’educazione sessuale che aiutasse i giovani a orientarsi in un sistema che ancora considera il sesso un tabù. Attraverso una ricerca su dati statistici, questionari e interviste sul campo, abbiamo impostato lo studio che poi, insieme a Caterina Irdi, Silvia Cristofari e Giulia Scialla, ci ha portato a vincere il bando della Regione Lazio Vitamina G nel 2020.
I vostri valori
Marianna:FalloBene vuole sostenere la necessità per tutt3, tutti e tutte di avere una sessualità sicura, rispettosa e appagante. Vogliamo che ragazz3, ragazze e ragazzi crescano considerandola una parte naturale della propria vita, come il mangiare o il dormire, che imparino così a capire i limiti del consenso, a rispettare sé stessi e l’altr3, fin dall’infanzia. Crediamo nel valore del dialogo e del pensiero critico come strumenti di crescita personale e collettiva: di conseguenza, parlare di questi temi, confrontarsi, far circolare le idee, mettere in comune le forze e fare rete, sono tra le prerogative centrali del nostro lavoro.
I vostri obbiettivi
Marianna: L’obiettivo di FalloBene è sensibilizzare giovan3 e student3 sui temi della sessualità sicura e consapevole e suggerire spazi di apertura nei quali sia possibile informarsi, confrontarsi e interrogarsi su tali tematiche. Il nostro obiettivo principale è fornire alle persone uno strumento efficace che gli consenta di orientarsi nella dimensione complessa della sessuoaffettività. Perciò, tramite vari strumenti, multimediali e non, abbiamo l’obiettivo di promuovere pratiche di prevenzione alle malattie infettive e sessualmente trasmissibili, facilitare l’accesso ai servizi che si occupano di salute riproduttiva e sessuale sul territorio e soprattutto di entrare nel sistema scolastico per introdurre una vera e propria educazione sessuoaffettiva.
I progetti che avete portato avanti per quest’ultimo anno
Marianna: Grazie al bando della Regione Lazio Vitamina G, siamo riuscite a portare avanti diverse iniziative. Tramite interviste e questionari abbiamo capito che il sentimento più diffuso è quello del disorientamento, dell’isolamento, il non sapere dove andare, che fare, a chi chiedere o con chi confrontarsi. Per questo motivo siamo partite dalla realtà locale per creare una mappa unificata dei servizi sul territorio di Roma e Lazio, dove abbiamo segnalato consultori, ginecologi, urologi, ostetriche, centri LGBTQI+, centri anti-violenza, ospedali dove si praticano test HIV, ospedali dove si pratica l’IVG… cosicché le persone possano comodamente trovare il servizio più vicino a loro a seconda delle esigenze.
Abbiamo poi organizzato laboratori di educazione sessuoaffettiva in tre scuole secondarie di Roma con l’aiuto di Associazione Selene e abbiamo promosso eventi che coinvolgano l3 ragazz3 anche fuori dalle mura scolastiche. FalloBene interviene in questi casi come una rete di connessione, permettendo, ad esempio, a genitori o professori di trovare luoghi, associazioni e professionisti che possono supportarli in quest’opera di divulgazione.
Cosa pensi che manchi nel nostro paese e cosa pensi si stia facendo
Marianna: Partiamo da un dato critico: l’educazione sessuoaffettiva in Italia, al momento attuale, è trattata alla stregua di un elemento accessorio, marginale per la vita dei giovan3, a cui dedicare tutt’al più un’ora confusa o un pamphlet poco aggiornato.
Le istituzioni non hanno ancora riconosciuto l’importanza, l’urgenza e l’opportunità di parlare di questi temi nelle scuole: il che, com’è noto, è alquanto imbarazzante se si confronta la situazione italiana con quella di altri paesi europei. Una persistente chiusura che non è più tollerabile. Ci sono per fortuna molte realtà sparse sul territorio che colmano questa mancanza.
Monito per il futuro?
Marianna: Secondo l’Indagine nazionale sulla salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti, condotta nel 2019 dall’Istituto Superiore di Sanità, l’89% degli adolescenti italiani si rivolge a internet per cercare chiarimenti sul sesso e solo 1 su 4 ne parla in famiglia.
Per quanto il web e i social media abbiano avuto un’evoluzione positiva nel tempo per la divulgazione di materiali certificati e attendibili, speriamo in un futuro in cui l’educazione sessuoaffettiva non venga delegata ad altri mezzi. Lo Stato si deve far carico di di inserire la salute sessuale all’interno del sistema scolastico italiano, abbandonando pudore e pregiudizi.