Memo

Le poesie di Anna Segre

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione intorno al libro di Anna Segre “La distruzione dell’amore” scritta da Simonetta De Fazi.

Perché mai dovremmo comprarci un libro – di poesie poi – che si intitola “La distruzione dell’amore”? Comprarlo e magari leggerlo pure? Perché l’ha scritto Anna Segre?

Beh, sì. Ma questo può valere solo per chi ha già avuto la fortuna di incontrarla, per chi conosce la sua scrittura, evocativa e millimetrica insieme. Non vale per tutte/i. Dunque? 

Dunque ecco alcuni buoni motivi per farlo…

Perché il titolo mente: pur lontano anni luce dalle ragioni di Lavoisier e Munari, l’empito amoroso di Anna Segre non distrugge ma furiosamente e ostinatamente rimette al mondo sé stesso cambiando sembianze e segno, tanto che anche il titolo potrebbe subire questa trasformazione che lo sottrae alla morte e diventare “L’in-distruzione dell’amore”.

Cambiare.

L’altra pelle l’ho lasciata

non so dove…

Al tronco tagliato

rimaneva una gemma

e da quella ricomincio… (Metamorfosi)

Riducimi in polvere:

al primo alito di vento 

ti accecherò. (Polvere)

Perché in realtà è un libro su “La costruzione dell’amore”, sulla sua tessitura, tra lampi di gioia e abissi di dolore

Il gioco sarà diventare

architette di stanze segrete… (Architette)

L’amore…

È un dio i cui bislacchi criteri

sfuggono

alla gravitazione 

e alla termodinamica,

perciò noi vediamo disordine

dove lui crea mondi. (Immeritatamente)

Perché è un libro in cui l’amore, pure nelle sue più cocenti e dolorose sconfitte, non cede mai al male. E’ un libro sull’ostinazione del bene come istanza vitale.

Sto facendo l’appello di me stessa:

come un gregge distratto

le mie cose pascolano in giro…

c’è anche una capra:

l’intima, smisurata

attesa di bene

in piedi sulla parete verticale

poggiata a un nulla che sporge. (Gregge)

L’universo si smaglia

perché il male tira i fili,

mentre il bene

si ostina a tessere. (Telaio)

Perché è un libro in cui l’amore è alla continua, estenuante ricerca di sé stesso, continuamente sfidando il suo mistero. Per continuare a giocare sul titolo, è un libro su “La perfezione dell’amore”.

Sai cosa avrei voluto?

Che fosse come un’irruzione:

‘io sono l’amore’.

Punto…

Doveva essere volo

e forse in parte ce l’ha fatta

perché cadiamo in picchiata,

mio passero

mia ala sinistra

mia creatura piumata sontuosa adorata,

troppo vicine al sole. (Siamo Icaro)

Perché è un libro combattente di un’anima indomita, che mette al mondo – o gli rivela – un “altro genere di forza”

Sbaglio quasi sempre.

Sono piena di

Fratture, graffi, tagli:

sembro un pugile a fine carriera…

ma io sopravvivo ai miei errori,

solo per rifarli e rifarli ancora,

finché non ne farò uno giusto. (Coazione)

Il mio amore è un elefante.

Occupa tutta la sala,

sfonda le sedie,

fa scricchiolare il pavimento…

il mio amore è così:

un erbivoro

che anche le tigri

temono. (Pachiderma)

Perché fa dimagrire…

Prendo per la giacchetta l’esistenza

come fosse l’ultima settimana.

Ho una fretta indiavolata… (Tiktak)

Quanto reggerò in groppa al toro meccanico?

E’ solo una questione di tempo…

Attorno molti urlano per incitarmi,

agitano le mani coi soldi,

sono sudati,

gli occhi strabuzzati come se

partecipassero alla monta impossibile… (Disarcionata)

Perché è ricchissimo di impagabili, meravigliose metafore

Queste cacche di mosca sul foglio,

queste impronte di uccello sulle righe,

queste briciole disordinate tra i margini

sono parole… (Parole)

Alla fine, ma non da ultimo, perché è un grande piacere…

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