Come d’aria, di Ada D’Adamo, ha vinto la 77esima edizione del Premio Strega, aggiudicandosi 185 voti. La proclamazione è avvenuta nella notte al Ninfeo di Villa Giulia a Roma, da parte del presidente del seggio, Mario Desiati, vincitore dello Strega 2022.
Come d’aria, edito da Elliot, è un Memoir intenso e commovente, con una forte impronta autobiografica. La vicenda (che ha inizio con i primi anni della figlia di Ada D’Adamo, Daria, affetta da una grave malattia congenita di difficile diagnosi) ci consegna le paure di una madre che, scoprendosi a sua volta colpita da una patologia oncologica, teme di perdere il contatto fisico con quella ragazza già così fragile.
Nell’opera di D’Adamo, il corpo ha una rilevanza centrale, insieme con lo schiacciante peso della materia. Poiché è proprio il corpo, colpito dalla malattia e dalla sofferenza, quel protagonista attivo che non rinuncia a gridare la sua forza vitale, attraverso un atto di amore perpetuo di cui neppure il timore della morte e la prostrazione possono soffocare la potenza ineffabile.
A ritirare il premio destinato a D’Adamo, venuta a mancare poco dopo aver ricevuto la notizia di essere rientrata nella dozzina dello Strega, il marito, Alfredo Favi.
La cinquina degli autori finalisti era composta, quest’anno, da Maria Grazia Calandrone con Dove non mi hai portata (Einaudi), Andrea Canobbio con La traversata notturna (La nave di Teseo), Romana Petri, con Rubare la notte (Mondadori) e Rosella Postorino, con Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli).
Forte, quindi, la presenza autoriale femminile.
D’Adamo era nata ad Ortona, nel 1967. A Roma, aveva poi conseguito il diploma presso l’Accademia Nazionale di Danza e la laurea in Discipline dello Spettacolo, onde l’ interesse per il corpo e le sue declinazioni.
Proprio sul nome della bambina, Daria, si gioca il titolo del suo romanzo. Che ci suggerisce che la ragazza nata con disabilità è, per chi la ama, fatta “Come d’aria“.
