Nella giornata di Giovedì 7 settembre, ha preso avvio la settimana dedicata alla rassegna femminile milanese del Corriere della Sera, di iO donna e della 27esima ora, Il Tempo delle Donne. In questi giorni, in Triennale, gli appuntamenti sono proseguiti con un ricco repertorio di ospiti: l’eterna Caterina Caselli; la campionessa mondiale Vanessa Villa; la conduttrice Serena Rossi; l’Assessora milanese alle Politiche del Lavoro, Stefania Lazzaroni; il sindaco Giuseppe Sala; l’imprenditrice Emma Marcegaglia, e molti altr*.
Giovedì, durante la prima tranche della festa festival che celebra lo splendore della libertà, la giornata è stata ricca di interventi, inaugurati, presso l’Aula Magna dell’Università Degli Studi di Milano, dal discorso di apertura del Rettore Elio Franzini.
A seguire, una ricca tavola rotonda di spunti e di conversazioni, con i contributi , fra gli altri, di Aldo Cazzullo (editorialista del Corriere della Sera) e Alessandra Coppola (Corriere della Sera); di Maria Pia Abbracchio (Protettrice Vicaria dell’Università Degli Studi di Milano); di Elena Lattuada (delegata alle Pari Opportunità per il Comune di Milano) e Barbara Stefanelli (direttrice 7 e vicedirettrice vicaria del Corriere della Sera).
Nel pomeriggio,il programma ha previsto invece una formazione diretta rivolta a studenti e studentesse; nonché aperta a tutt*, intorno a femminismi, libertà civili e dei corpi. Proprio nell’ambito del Workshop omonimo “La Libertà dei Corpi”, si è collocato l’intervento di Le Contemporanee: Valeria Manieri, co-founder del Mediacivico, ha infatti evidenziato, sullo sfondo di un momento storico e politico complesso, i punti di forza di Le C; la capacità di costruire una rete coesa di punti di vista a confronto, e di dialogare con femminismi tradizionali e delle diversità, a difesa di quella fluidità che è pura espressione di libertà.
“Ci ritroviamo in un momento di acceso dibattito – Ha ricordato Valeria Manieri – Tra chi teme che l’inclusione della diversità conduca ad un appiattimento delle conquiste femminili ed invece chi, più vicina ad un femminismo intersezionale, rivendica il diritto di definirsi donna anche di chi, donna, “si sente”. Ma questo tema (che genera soprattutto contrasti intergenerazionali) non deve riuscire a dividere chi, in realtà, si unisce intorno ad un obiettivo incrollabile: celebrare (a discapito di una politica troppo spesso escludente) la libertà e la bellezza di viversi.“