Vi devo confessare una cosa. Per me è stato molto difficile preparare questo intervento sul 7 ottobre. Non trovavo le parole per descrivere la gravità di ciò che è successo. E provavo solo dolore. Grande dolore.
E siccome sono una femminista non posso che partire da me e da quello che provo e ho provato.Perchè mi sono sentita così?
Nessuna parola mi sembrava adeguata. L’inadeguatezza nel parlare di stupri e femminicidi di massa sentivo che mi schiacciava. È molto, molto di più.C’è stato un accanimento terribile di massa sui corpi delle donne, mutilate, torturate. Non è avvenuto per caso.
Lo stupro e la violenza contro le donne è stato un aspetto centrale, una consegna vincolante di Hamas per tutti coloro che hanno partecipato al progrom il 7 Ottobre. Un vero e proprio manifesto, una dichiarazione programmatica contro le donne ebree , ma in realtà contro tutte le donne in quanto donne. O tornate ad essere schiave e perpetuate il ruolo che vi è stato assegnato secondo loro da Allah , o farete la fine delle donne ebree.
E’ un monito fortissimo, un vero e proprio manifesto programmatico. Come in Iran , o mettete il velo o perdete la vita.Come Daesh o schiave sessuali dei combattenti o verrete uccise. Come in Afganistan, dove non possono neanche mostrare il loro volto e parlare in pubblico.
E’ paradossale e inconcepibile il fatto che molte “femministe’ in Occidente , prigioniere di un terzomondismo d’antan, non abbiano inteso il messaggio reazionario, nitido ,patriarcale rivolto alle donne che gli integralisti di Hamas , i corifei della reazione integralista islamista, hanno voluto trasmettere al mondo.
La teatralizzazione macabra della proprietà maschile del corpo delle donne fino allo smembramento dei corpi , dopo averli torturati davanti agli occhi dei propri cari è la dimostrazione più becera della reazione patriarcale contro la libertà femminile, uno degli aspetti centrali dell’avversità ai valori ed alle conquiste civili e sociali delle donne nei paesi democratici.
L’ efferatezza messa in atto il 7 Ottobre ha quasi oscurato quella dei precedenti attacchi , incluso quello dell’11 Settembre, e non era indirizzata soltanto contro Israele, ma contro tutte le democrazie, in quanto attacco terribile alle libertà.
E non è un caso che l’attacco sia avvenuto contro i kibbutzim, perchè lì ci sono donne costruttrici di pace e uomini che creano ponti e non muri. Perchè li ci sono le esperienze più importanti di dialogo. La libertà di ballare e cantare, la libertà di vivere nei kibbutzim come comunità, la libertà di essere sè stesse, la libertà di controllare il proprio corpo e anche solo di vestirsi secondo il proprio piacere. No, le donne sono schiave per Hamas, non possono essere libere. Devono essere punite perchè la punizione sia di esempio per tutte le donne che hanno la pretesa di volerlo essere.
Questo messaggio crudele è stato esplicito. Non ammette ambiguità nella risposta. Eppure l’ambiguità c’è stata e, sulla spinta di una vergognosa propaganda messa in atto dagli integralisti islamici, settori del “femminismo” hanno vacillato nel ritenere proprie sorelle le donne israeliane, ma perchè per loro una donna israeliana non può per definizione essere sorella, e così una ebrea, a meno che non abiuri alla propria identità e si schieri contro le proprie sorelle ebree.
E così già era successo ai tempi della women march contro Trump, quando le donne ebree erano state costrette a fare una propria Marcia separata perchè considerate oppressore doppiamente, in quanto bianche e in quanto ebree, con la scusa della purificazione decoloniale.
Il 25 novembre l’associazione Non una di Meno non citava la violenza contro le donne israeliane e la solidarietà con loro, a poco più di un mese dal pogrom.
Ora ancora peggio. Il manifesto di adesione di “non una di meno” a una manifestazione come quella del 5, indetta per inneggiare al 7 ottobre come resistenza: non si menzionano le israeliane, non si chiede il rilascio degli ostaggi ma la si richiede per i prigionieri palestinesi, non si cita mai Hamas, nè i suoi crimini contro le donne e gli omosessuali e i trans. Ultimo, tra i tanti, quello ai danni di una bambina yazida portata a Gaza per essere schiava sessuale di un capo di Hamas e liberata in un’operazione congiunta israeliana e americana. Nè tanto meno lo si attacca. È raccapricciante.
E questo è successo anche nel gay pride di Bergamo, dove sono state vietate bandiere con simbolo ebraico e dove Keshet Italia non ha potuto partecipare.Ma possibile che anche nel fronte progressista succeda tutto ciò? Io non me ne capacito. Possibile che si sia ciechi fino a questo punto?
Si può pensare tutto quello che si vuole su Nethaniau, si può contestare la sproporzione nella risposta. Ma tra questo e il parlare di ebrei o israeliani assetati di sangue, fare paragoni con Mengele e Goebbels, far passare il popolo israeliano come genocida, e non come partecipe di una guerra scatenata da altri, come io ho sentito purtroppo con le mie orecchie, questo, no non è ammissibile nel fronte progressista.
E’ il sintomo di una crisi ideale che porta molti a rifugiarsi in stereotipi identitari di una vecchia sinistra cieca che sostiene la supremazia dell'”antimperialismo” e del terzomondismo sulla difesa della democrazia , dei diritti e delle conquiste civili e sociali , che il movimento femminista e il movimento dei lavoratori ha raggiunto nel mondo occidentale.
Queste democrazie e diritti oggi vengono messi in pericolo , anche in Occidente , da un movimento reazionario agguerrito, che vede negli autocrati di Mosca e Pechino i propri punti di riferimento . E’ un vasto fronte che comprende gli integralisti religiosi di varie fedi , ed in particolare quella islamista guidata da Khamenei ed Erdogan, ed ha come obiettivo specifico la demolizione delle società democratiche, dei diritti delle donne , dei LGBTQ, delle minoranze e delle conquiste sociali delle nostre democrazie.
Non comprendere quale sia la posta in gioco epocale ci mette tutti a rischio, e soprattutto le donne. Ed in questa crisi sociale e politica mondiale in cui perfino gli Stati Uniti rischiano un’involuzione autoritaria, si insinua l’antisemitismo che risorge come l’araba fenice, con la trasparente foglia di fico dell’antisionismo. Io condivido il dolore delle donne palestinesi e degli innocenti che stanno vivendo il dramma terribile della guerra e dei bombardamenti.
Mi addolora sinceramente quello che sta succedendo a un intero popolo che ha il diritto sacrosanto all’autodeterminazione..
Credo anche che il governo Nethaniau abbia responsabilità gravissime per il tentativo di cancellare la questione palestinese, di aver incentivato la colonizzazione dei territori occupati, e di non aver favorito una soluzione di pace, favorendo volontariamente Hamas, fidandosi di alleati infidi, e lasciando indifeso il confine con Gaza.
E sto con gli israeliani che vogliono girare pagina.Sono fiduciosa nella loro forza. Israele ha subito un durissimo colpo. A seguire anche il popolo palestinese, vittima a sua volta di una leadership terrorista islamista che lo ha usato e non lo ha sostenuto. Che ha convogliato tutti gli aiuti per distruggere israele e non per creare sviluppo nel Paese. Rigettando tutti gli accordi proposti, contrastando il suo benessere.
Di fronte a tutto il dolore bisogna costruire il percorso dell’autodeterminazione nella sicurezza per entrambi.
E le donne possono essere un attore fondamentale come costruttrici di pace .Due popoli, due Stati due democrazie, aggiungerei. Tutti dicono che è impossibile, ormai.
No, non è vero. Sarà POSSIBILE se si cambiano le leadership e si segue la strada di Rabin e Arafat. Bisogna sviluppare il dialogo. E questo possono farlo soprattutto le donne. Il momento è grave , movimenti di destra che si richiamano al suprematismo , al razzismo, e perfino al nazifascismo minacciano le nostre democrazie, sistemi imperfetti sì, ma che più hanno permesso nel mondo la conquista delle libertà individuali e collettive, delle minoranze, delle persone, anche delle più deboli e prima discriminate.
Gli integralisti islamici odiano queste libertà. Bisogna riconoscere il vero nemico e combatterlo, E’ in gioco un balzo indietro nella storia dell’umanità, di cui il 7 Ottobre e’ stato il manifesto. Non dobbiamo permetterlo. Le donne possono svolgere un grande ruolo. Sono loro che possono ritessere la tela per la libertà femminile, elemento fondamentale per la libertà di tutti. I progressisti possono fare molto nel nostro paese
Devono fare azione di verità . Non devono cedere alle pressioni islamiste che tramite fake news e propaganda si infiltrano tra chi non conosce bene la situazione nè la storia del medio oriente e cede magari inconsapevolmente su posizioni filohamas. Bisogna fare un azione di verità,spiegare che cos’è il sionismo, raccontare dei kibbutz, fare piazza pulita delle fake news.È impegnativo, ma va fatto.
Se si riuscirà a fare questo, ce la faremo a far arretrare anche l’antisemitismo nel nostro Paese. È proprio nei momenti che ci sembrano più bui che possiamo trovare nuove risorse di luce e sconfiggere l’oscurità che ci attanaglia.
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