Ha fatto notizia ciò che è uscito dal Sinodo che si è tenuto in Vaticano pochi giorni fa e che segna da questo ottobre 2025 un cambio di passo su questioni molto importanti e rilevanti per una società che evolve rapidamente.
Il documento finale approvato di cui hanno parlato molto i giornali, intitolato “Lievito di pace e di speranza”, ha definito una linea pastorale della Chiesa Cattolica che spinge verso una maggiore inclusione e accompagnamento delle persone LGBTQ+ nella vita ecclesiale. Nell’anno del Giubileo e dopo pochi mesi dall’insediamento di Papa Leone XIV questo è certamente un segnale positivo, peraltro non del tutto atteso.
Bene precisare che si parla della Terza Assemblea sinodale della Chiesa italiana (CEI) e non di un Sinodo globale sulla sinodalità. (per i non addetti ai lavori: la sinodalità è lo stile di vita e di missione della Chiesa, che si esprime nel “camminare insieme” come popolo di Dio per annunciare il Vangelo. La parola deriva dal greco e descrive un processo di ascolto reciproco e dello Spirito Santo in cui tutti i membri della Chiesa sono invitati a partecipare attivamente e in modo consapevole)
Tra i punti sollevati e affrontati dalla terza assemblea sinodale relativamente alle persone omosessuali e transgender ce ne sono due particolarmente interessanti:
– il riconoscimento e l’ accompagnamento: Il documento chiede che le Chiese locali (le diocesi) si impegnino a promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, oltre che dei loro genitori, superando “l’atteggiamento discriminatorio a volte diffuso negli ambienti ecclesiali e nella società”
– la lotta alla discriminazione: si sollecita la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) a sostenere, con la preghiera e la riflessione, le “Giornate” promosse dalla società civile per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione, come l’omofobia e la transfobia.
La stampa italiana e i media internazionali hanno molto calcato la mano sull’interpretazione di questo secondo punto, cioè sugli strumenti di lotta contro le discriminazione e l’adesione della Chiesa a giornate già esistenti come quelle contro l’omo e transfobia organizzate dalla società civile e l’attivismo lgbtqi+.
Non si tratta in realtà di un implicito sostegno ai Gay Pride, ma di un invito a manifestare la prossimità verso coloro che sono feriti e discriminati, come ha precisato in seguito l’Arcivescovo Erio Castellucci, Presidente del Comitato Sinodale.
Ciò che però va indubbiamente preso per buono è un segnale di apertura all’inclusione pastorale e alla lotta attiva contro le discriminazioni, pur mantenendosi all’interno del quadro dottrinale della Chiesa.
C’ è poi un altro punto che tratteremo a parte, ma che va citato tra i punti di discussione del Documento di sintesi “Lievito di pace e di speranza”: ampio spazio viene dedicato al ruolo delle donne all’interno della Chiesa. Le parole chiave sono maggiore protagonismo e corresponsabilità, contrasto alle discriminazioni di genere e alla violenza contro le donne nella società civile, e una richiesta di approfondimento teologico sul diaconato delle donne.
Si chiede esplicitamente nel documento che la CEI sostenga e promuova progetti di ricerca presso Facoltà teologiche e associazioni per offrire un contributo all’approfondimento di questa questione, il cui studio è già stato avviato dalla Santa Sede.
Una certa spinta verso un cambio di approccio su questioni rilevantissime e molto sentite dalle persone all’interno della Chiesa cattolica è evidente.
Quanto questi ultimi passi siano davvero il simbolo del nuovo pontificato, che sulla carta doveva essere meno “aperto” di quello del predecessore molto amato Papa Francesco, è tutto da verificare. E’ questo un primo passo per descrivere la nuova linea dottrinale di Papa Leone XIV, il Papa americano che sta imparando a farsi conoscere anche fuori dagli ambienti ecclesiastici?
Come Contemporanee, guardiamo con attenzione a quanto accade ovunque, quindi anche all’interno della Chiesa cattolica e di qualsiasi altra confessione religiosa.

