Istantanea

“La Stanza Accanto”, di Pedro Almodovar, ci ricorda che la libertà di morire appartiene alla libertà di vivere

Fare un film sulla morte in cui, a trionfare, è l’amore per la vita: Pedro Almodovar c’è riuscito.

E alla Mostra del Cinema di Venezia, questo settembre, il suo La Stanza Accanto si è aggiudicato il Leone D’oro, oltre ad una standing ovation di oltre dieci minuti, contribuendo a riaccendere l’attenzione attorno ad un tema di importanza centrale: il fine vita quale scelta legittima di dignità.

Fondamentale alla causa, la prova di Tilda Swinton e Julianne Moore, che danno vita all’episodio del romanzo “Attraverso la vita”, di Sigrid Nunez, edito da Garzanti, prestando il volto a Martha e a Ingrid.

Martha, giornalista e reporter di guerra affetta da un cancro alla cervice ormai privo di opzioni terapeutiche, si riavvicina infatti all’amica, autrice di romanzi semi-fiction, perché la aiuti a morire.

Nonostante un diverbio di vecchia data le separi, infatti, sarà proprio Ingrid che Martha vorrà ne “La stanza accanto” durante i suoi ultimi istanti, dando così vita ad un fervido dialogo tra il lucido desiderio di morire (per preservare la vita) ed il tentativo di Ingrid, animata dall’amore, di fornire all’amica le ragioni per continuare a vivere.

“Difendo l’eutanasia. Deve diventare un diritto.”- Ha ribadito Pedro Almodovar, dopo essersi aggiudicato il Leone D’oro a Venezia. La scelta di Martha, nella finzione cinematografica, di provare a morire con una pillola acquistata sul dark web, sottolinea infatti l’importanza “di legiferare per dare l’opportunità di prendere una decisione in momenti difficili, come questo, in piena legittimità”. 

“So che a un certo punto la morte arriva. Sono sempre stata vicina agli amici che hanno dovuto affrontarla“- Ha ricordato Tilda Swinton, protagonista assoluta di questo raffinato viaggio etico e filosofico alle radici del senso della nostra esistenza – “Amo molto anche l’idea dell’eutanasia. Il fatto che uno possa prendere la propria vita in mano è un trionfo. Abbiamo parlato così tanto della vita, durante questo film, che alla fine mi sembra che ‘La stanza accanto’ parli davvero della vita più di ogni altra cosa.”

Ma il nuovo capolavoro di Almodovar ha stimolato una riflessione pertinente anche in Italia: ne ha parlato infatti anche Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni durante una proiezione del film al cinema Plinius di Milano.

“Il fatto che l’arte si occupi del fine vita dimostra “che il tema fa parte del vissuto delle persone” – Ha osservato Cappato- Taluni hanno criticato questo film, per via del rischio che l’eutanasia si trasformi, come per la protagonista, in un lusso per chi può permetterselo. Ma siamo fuori fuoco: il senso di questa pellicola sta in ciò che “non si vede”, nella sofferenza della gente comune e nelle truffe in cui può incappare chi cerca attraverso altri canali una risposta che la legge non riesce a dare.”

Ne “La stanza accanto”, il cammino di Martha verso la morte si trasforma in una riscoperta delle emozioni che hanno reso indimenticabile la sua esistenza, animata dalla forza vitale dell’ironia. Finendo per ricordarci che, dopotutto, l’eutanasia – a discapito delle remore di natura etica – è il più delle volte la scelta di chi, avendo amato disperatamente la vita, desidera poterla abbandonare continuando a farlo.

©Pic rights Enordest

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