Dopo dodici anni di pontificato, Papa Bergoglio è morto alle 7.35 di ieri.
E’ probabile che le esequie si terranno sabato 26 aprile, mentre il conclave avrò luogo tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte di Francesco, e quindi, in questo caso, probabilmente tra il 6 e il 10 maggio.
Bergoglio, argentino di Buenos Aires, aveva 88 anni ed era stato eletto Papa il 13 marzo del 2013. Lo scorso mese, il peggioramento delle sue condizioni di salute per una polmonite bilaterale, con 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli, che si erano conclusi domenica 23 marzo. Proprio il giorno di Pasqua, l’ultimo bagno di folla di Papa Francesco in Piazza San Pietro, e la benedizione Urbi et Orbi.
Lo sgomento, dunque, nel constatarne il decesso, ed il dolore della comunità che ha voluto riporre la sua fiducia in lui.
Anche nella parrocchia di Gaza è stato esposto un ritratto del Pontefice in Chiesa. “Lo ringraziamo e preghiamo per lui che ha tanto amato la nostra chiesa di Gaza, e ha lavorato tanto per la giustizia e la pace”, ha detto il parroco, l’argentino padre Gabriel Romanelli, che in questi anni di conflitto ha avuto un rapporto telefonico quotidiano con il Pontefice, mai completamente interrotto.
Bergoglio era nato a Buenos Aires, il 17 dicembre 1936, figlio di migranti italiani. Diplomatosi come tecnico chimico, aveva scelto poi la strada del sacerdozio, entrando in seminario. Da qui, una lunga vita al servizio della Chiesa, fino a diventare cardinale arcivescovo a Baires e poi, e dal 2013 ,il 266esimo Pontefice della Chiesa cattolica.
La Chiesa di Bergoglio era una Chiesa capace di muoversi verso i più fragili: dai migranti ai poveri, cui si ispirò scegliendo quel nome che rieccheggiava al Santo d’Assisi. Conservatore, forse, sui diritti civili (come esigeva, d’altronde, un ruolo tanto dogmatico complesso) quanto rivoluzionario nelle sue aperture: dal divorzio, all’omosessualità (cui nonostante la poco felice esternazione dello scorso maggio, guardò comunque con un’ inedita volontà di inclusione), Papa Bergoglio non rinunciò mai a portare in Vaticano una ventata di novità.
“Questa economia uccide”– ammoniva, criticando con asprezza la società capitalista, e ricordando nei suoi pensieri chi, per primo, ne faceva le spese. Senza tralasciare mai di soffermarsi su tematiche importanti quali le morti sul lavoro, il disarmo, il cambiamento climatico, la guerra e la necessità di aprire i ruoli apicali della Chiesa anche alle donne (come testimoniò, durante la sua convalescenza, l’elezione di Suor Petrini quale capo del Governatorato Vaticano).
Papa Francesco, che anche dopo la sua morte divide, ci ha lasciati: ma di lui, si parlerà ancora molto a lungo. In attesa di scoprire, non senza una trepidante curiosità, chi sarà chiamato al difficile compito di raccoglierne l’importante eredità.