La conclusione dell’edizione zero del New Year’s Forum, l’evento di due giorni dedicato a previsioni e fact checking, è andata anche a coincidere con la pubblicazione dei risultati dell’indagine previsionale condotta da SWG e da FB&Associati.
Tra il dicembre 2024 e il gennaio 2025 sono stati interrogati 100 esperti tra dirigenti di imprese ed enti, docenti
universitari, politici e giornalisti allo scopo di acquisire le loro opinioni rispetto a ciò che potrà accadere nel
2025 in Italia e nel mondo, alle sfide più importanti che dovrà affrontare il Paese, e alla probabilità che si
realizzino una serie di scenari rispetto ai principali ambiti attorno ai quali è stato costruito il dibattito di questo
forum.
Ad ognuno di loro è stato sottoposto un questionario semi strutturato utilizzando la piattaforma di SWG
Lo scopo di una indagine previsionale non è tanto di identificare con precisione una serie di trend evolutivi sul lato economico, demografico o dell’innovazione, quanto stimolare il dibattito sui potenziali scenari che il Paese si trova ad affrontare e su quelle che possono essere le scelte strategiche che vedranno impegnate istituzioni ed aziende nel breve e medio termine.
La logica, quindi, non è quella di verificare chi ha fatto la previsione più corretta, ma di mettere sul piatto una
serie di stimoli e riflessioni che aiutino a definire scelte che hanno un impatto chiave sul futuro del Paese e di
tutti noi.
Il 2025 appare come un anno di forti incertezze, legate soprattutto alla situazione geopolitica internazionale e ai suoi riflessi sull’Europa e sull’Italia in particolare. Sulla scia di quanto avvenuto negli ultimi anni, si profila un anno complesso per il settore industriale (in particolare quello metalmeccanico), mentre la finanza internazionale proseguirà la sua crescita, subendo poco l’influenza delle dinamiche politiche internazionali.
La scena internazionale è in forte evoluzione, non solo per il persistere dei conflitti, ma anche nell’attesa dell’insediamento del nuovo presidente USA, in un sistema di equilibri più fluido rispetto al passato e in cui l’Italia potrebbe avere un importante ruolo di cerniera tra Ovest ed Est e tra Nord e Sud del mondo e dove il ruolo dell’Unione Europea appare incerto.
Dal suo canto l’Italia è chiamata a confrontarsi con una serie di importanti sfide, in particolare quella demografica e quella legata all’innovazione. Si tratta di due elementi destinati (qualsiasi siano le decisioni prese) ad incidere radicalmente sulla struttura sociale del Paese e sulle dinamiche di crescita del futuro. In questo campo le scelte politiche dei prossimi anni saranno cruciali per disegnare il nuovo assetto del Paese e definirne il futuro.
Una attenzione particolare va posta ai cambiamenti in corso nel mercato del lavoro, dove le sfide dell’innovazione saranno stringenti e potranno disegnare un futuro di lavoro altamente qualificato e capace di produrre ricchezza diffusa, ma anche un diffuso lavoro povero e precario con impatti difficili da gestire dal punto di vista del consenso e della tenuta sociale.
Gli scenari rispetto alla trasformazione dei modelli democratici esprimono la pesantezza di una serie di istituzioni novecentesche che appaiono oggi incapaci di rispondere ai bisogni di cooperazione internazionale per cui sono nate. Allo stesso tempo, la riduzione della partecipazione sociale e politica e la tendenza ad accentrare le funzioni di governo da un lato e l’aumento della centralità delle grandi imprese tecnologiche dall’altro, aprono a nuovi modelli di potere oligarchico e tecnocratico, centrati sul controllo delle nuove tecnologie e delle risorse (minerarie, energetiche e di conoscenza) che le alimentano, che pongono nuovi interrogativi sul futuro delle democrazie.
Anche i sistemi di welfare per come li abbiamo pensati fino ad oggi, dovranno essere soggetti ad una importante revisione, che deriva dai profondi cambiamenti demografici che hanno caratterizzato il Paese negli ultimi trenta anni e che lo caratterizzeranno in futuro.
Centrale sarà un rilancio importante del sistema formativo, fattore essenziale di crescita in una società della conoscenza come quella attuale e alla base delle dinamiche di innovazione tecnica e scientifica necessarie per garantire competitività all’intero sistema Paese.
I prossimi venti anni vedranno il Paese attraversato da mutamenti ancora più profondi di quelli sperimentati nell’ultimo ventennio e che avranno un impatto profondo sulla struttura economica, sociale e politica. Per questo appare sempre più irrinunciabile alzare lo sguardo al futuro e confrontarsi sulle scelte che si pongono in maniera irrevocabile sul nostro orizzonte.
Un anno che, a detta dei nostri esperti, sorriderà alla finanza internazionale, ma che ci metterà di fronte a
molteplici criticità.
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