Si è appena conclusa l’edizione zero del New Year’s Forum. Una ricerca previsionale qualitativa per tracciare le traiettorie di questo 2025, avente per obiettivo la nascita di un progetto europeo, e di una comunità, con una rete aperta e permanente capace di monitorare, aggiornare, affinare analisi e proposte.
Un network fatto di competenze e di punti di vista differenti.
Il New Year’s Forum mette al centro alcuni elementi fondamentali: dati e fact checking, idee e proposte, guidati dai doveri di chiarezza delle posizioni in campo e dal desiderio di costruire convergenze per l’agenda del bene comune, rifuggendo polarizzazioni rigide.
Rilevazioni recenti fanno registrare ben 56 conflitti in atto. Questo è il più alto numero dal tempo della Seconda Guerra Mondiale. E poi c’è la nuova presidenza americana con Trump e le sue incognite, ci sono le tensioni geopolitiche ad Est e in Medio Oriente, gli orrori di tutti i conflitti, le manipolazioni informative, le fake news, le guerre ibride.
E’ in gioco la tenuta democratica in Occidente e la capacità di non dividere nuovamente il mondo a blocchi nonostante la presenza di autocrazie e regimi.
Quali sorti per le grandi sfide che attendono l’Unione Europea?
Quale mondo sapremo costruire, quale società?
Come affrontare vecchie e nuove povertà e la sfida del lavoro dignitoso?
E la transizione ecologica, la spinta verso un’innovazione capace di valorizzare il talento umano e favorire uno sviluppo inclusivo: sapremo plasmare il futuro o ne saremo plasmati?
Questa è una cartolina dal futuro più prossimo: a cui tutti siamo chiamati a contribuire, scrivendo una una nuova agenda di impegni concreti e misurabili nell’anno che segna il primo quarto di secolo di questo nuovo millennio.
Qui per i risultati della ricerca completa