Di articoli che iniziano con “Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei” sono piene le rubriche gastronomiche. Senza voler scomodare Jean-Anthelme Brillant Soverian, e tutte le teorie sul cibo che fanno capo a Freud, vorrei portare semplicemente a tavola “esperienze di pizza vissuta”. E se il cibo di un paese rappresenta il DNA della sua cultura, il tipo di pizza che scegliamo denota il nostro carattere. O almeno un suo tratto caratterizzante. Senza pretese di esaustività ma con ben in mente le numerose varietà e declinazioni del piatto italiano tra i più iconici e conosciuti al mondo, ecco la mia classica di “caratteri da pizza”.
C’è la pizza romana, bassa, croccante e condita fino ai bordi, si addice a una donna sottile e sincera. È così come la vedi, non nasconde nulla.
Prende la vita con leggerezza ma mai con superficialità. Una donna a tratti fatalista e pronta a raccogliere la sfida di nuovi sapori purché distinguibili e riconoscibili a vista. È la donna dei “perché”, a cui piace vedere chiaro.
C’è la pizza napoletana, goduriosa e ottimista. È una donna accogliente, quasi materna. Non si lascia intimorire nella vita privata tantomeno sul lavoro. È una donna con tanta voglia di fare, di quelle che a volta parla con la bocca piena. Gioia ed esuberante. A tratti pasticciona.
Immancabile la pizza napoletana con cornicione ripieno. Tratteggia la donna mediterranea, calda, esagerata, fanatica. Una donna impavida e che non ha timore di mostrarlo, anzi i riflettori li punta spesso verso di sé. Tra le pizze di certo la più gender fluid.
C’è la pizza fritta. Gonfia, succulente, ripiena. È una pizza che sa di donna generosa, euforica, rumorosa. La pizza fritta è una donna con la risata contagiosa. Una donna caotica e disordinata. Una donna che ama essere sorpresa e sorprendere. Non accetta la pigrizia, i non so, chi rimanda a domani.NB: la pizza fritta è però per quelle donne che “una tantum” amano fare uno strappo alla regola. Una sbandata amorosa o un viaggio last minute, una spesa pazza.Dall’ “Antica Roma” oggi è arrivata perfino alla periferia dell’impero.
La pinsa, dalla forma allungata, quasi ovale e ricavata da farine di cereali inusuali per i più (orzo, miglio, e farro) è la scelta di una donna ricercata. Una donna decisa che sa sempre quello che vuole. Una donna che non si scompone neppure a tavola e che – nonostante il Galateo lo permetta – mangia la sua pinsa con coltello e forchetta. Una certezza, una donna che sceglie una pinsa non posterà mai sui suoi social quello che sta mangiando.Più bella che buona, spesso bizzarra. A tratti azzardata. Spesso permalosa. Di cerco un’esteta.
È la donna che insegue la pizza gourmet. Attenta alla moda – talvolta perfino la detta -, vive cercando di restare in equilibrio. È una donna dalla vita frenetica e finisce per mettere più del dovuto nel piatto. Il più delle volte ha ragione ma non riesce mai ad esprimersi come vorrebbe. Per affermare per le sue ragioni spesso alza la voce finendo per essere identificata come quelle acida e scontrosa.NB: la pizza gourmet è anche la pizza di una donna estrosa, dallo spirito artistico e creativo. Per tutte quelle donne che credono nelle buone intenzioni. E chissene del risultato.
C’è poi la pizza a lievitazione naturale. Dalle 24 alle 72 ore. Rigorosamente con lievito madre. È la donna cui piace tenere tutto sotto controllo. Meticolosa, organizzata, combattiva. Non si lascia scoraggiare dalla lunga preparazione. Il lavoro non la preoccupa, purché il risultato sia ottimale.È la donna del focolare, quella che organizza la festa e la ospita in casa sua.
Si preoccupa per gli altri sempre prima che per sé stessa. Non ama le tradizioni imposte ma quelle che si è creata con i propri affetti. Nonostante la mania del controllo, non ama programmare la propria vita oltre il tempo necessario a ottenere un impasto perfetto.Nonostante le materie STEM vedano poche appassionate, esistono delle donne che se si tratta di pizza tirano fuori il kit da “piccolo chimico”.
Sono le nerd della pizza. Le integraliste della pizza a lievitazione fermentata. Nonostante le premesse sono le donne più naif. Semplici nell’animo, quasi brutali. A tratti sembrano prendersi troppo sul serio ma solo perché tutti gli altri sono abituati a sovrastimare o sottostimare le loro parole. Sono le donne che sperimentano sempre e comunque. Si mettono sempre in gioco e sanno rischiare.
C’è la pizza senza glutine. Dove quel senza manifesta sempre una privazione. E allora diamole il giusto valore. C’è la pizza “libera da glutine”. È la pizza della donna riservata, timida, a tratti insicura. O meglio indecisa. Di quelle donne che spesso si ritrovano in situazioni determinate da altri. È una pizza dal “vorrei ma non posso”, di una donna in costante lotta con sé stessa.
C’è la pizza da farine integrali. È la pizza della donna salutista, che la mangia non più di una volta a settimana come ogni dietista raccomanda. Ma è anche la pizza della donna che si crede sofisticata e fa di tutto per mostrarlo. È la donna testarda, quella che si è viziata da sola, abituata a contare solo sulle proprie forze. E questo suo non voler mai chiedere aiuto la fa sembrare a tratti scostante e altezzosa mentre nasconde un cuore “sapiente e nutriente”.
C’è la pizza con farina di canapa (che della pizza ha – forse – solo la forma). È la pizza della donna incendiaria, sovversiva, rivoluzionaria. È la donna che rifugge le etichette, le definizioni, che affronta l’ordine precostituito. Non le “importa” sempre quale sia la battaglia da affrontare, purché ci sia una guerra da vincere.
C’è la pizza genovese, morbida, bucata, salata e oleata in superficie. È la pizza per le donne dalle emozioni forti. Un break saporito e sostanzioso per tutte coloro che sanno quando e come prendersi una pausa. Donne grintose, solari, piacevoli. Quelle che risultano essere amiche di tutti solo perché benvolute. Così espansiva da avere la fama di avere un uomo in ogni porto. Ma è solo colpa della pizza che amano, non è lei del resto ad avere nomi differenti in quasi ogni parte d’Italia?
C’è la pizza alla pala, quella della donna acqua e sapone. Una pizza genuina, che ti lascia la farina sulle dita e sulle labbra. È per la donna che vive appieno la propria giornata, la propria vita. Non ha paura di sporcarsi e si rimbocca sempre le maniche. È la donna che dorme poco la notte perché ha sempre mille idee da realizzare. E, suona come un’eresia ma è vero, è quella donna che da un morso alla pizza la assapora e se la gode.
Ma dopo quel primo boccone la ripone chissà dove per mettersi all’opera e la ritrova a cose finite.Immancabile la pizza in teglia. Dal sapore deciso come il carattere della donna che la sceglie. Una donna determinata, multitasking, appassionata e passionale. Chi sceglie la pizza in teglia è perché sa di poter assaggiare più gusti apprezzandone la diversità. È una donna accogliente, paziente, che sa ascoltare. Ma soprattutto è una donna che sa condividere.
Versione mini ma dalla spiccata personalità la pizzetta rossa. Dal carattere infantile, la donna che mangia la pizzetta rossa è un’eterna ragazzina. Fosse possibile si trasferirebbe con i bimbi sperduti sull’isola che non c’è. Vive costantemente nel passato a quando la pizzetta rossa la porta per ricreazione a scuola. È la donna un po’ pantofolaia, di quelle che a casa di sta meglio. Ama la comodità.
Forse per pochi, ma degna di nota è la “pizza romana”. Pizza bianca da panificio, spaccata a metà e imbottita. È la pizza della donna in carriera. Quella che ha sempre i minuti contati. Che gode delle piccole cose ma non si abbandona mai del tutto a un piacere. Una donna a tratti rigida con sé stessa ma che non si scompone di fronte allo scalpore che genera quando accompagna la pizza romana a un calice di prosecco o a un cappuccino. Le regole le piacciono, se è lei a dettarle.
È proprio il caso di dirlo, una tira l’altra. Di cosa parlo? Ma delle pizzette rosse di pasta sfoglia! Le mangiano tutti grandi e piccini. Ma la donna che le sceglie e le preferisce a tutte le altre è senza dubbio una donna vogliosa. Una donna che sa giocare e stare al gioco. Una donna che corre il rischio senza però bruciarsi mai. Una donna che spizzica e sbocconcella. Con quell’erotica noia borghese dei piccoli morsi.
C’è infine la lingua di pizza. Una pizza da mezze misure. È per la donna indecisa, per quella che si accontenta, che non osa mai. Per una donna che non va mai fino in fondo perché ha paura. La lingua di pizza è come se temesse il giudizio altrui. Troppo piccola per un pasto, troppo grande per una merenda. È come una donna che si sente fuori posto, inadatta. Un po’ confusa sulla propria identità, sui propri desideri, sul proprio futuro.