a cura de Le Contemporanee – Retrospettive, archivio
Le più penalizzate in Italia dall’impatto dell’emergenza sanitaria da Covid-19 sono le donne. Lo afferma il nuovo Rapporto Italia dell’Eurispes, secondo cui l’Istat certifica che dopo i primi dieci mesi di pandemia si sono persi 444mila posti di lavoro, 312mila dei quali sono donne, 132mila uomini. Come mai così tante? È facile a dirsi. Le donne in Italia hanno impieghi sempre più precari, stagionali e, in genere, sottopagati. Almeno il 20% in meno rispetto agli uomini. Inoltre l’Italia rimane ancora un Paese che non ha mai avuto un Presidente del Consiglio né un Presidente della Repubblica donna, che vede una nettissima predominanza maschile alla segreteria dei partiti, nei ministeri, nei sindacati, in tutti i ruoli istituzionali e al vertice delle grandi aziende.
Il lavoro deve ripartire per tutti, ma in Italia serve un investimento importante, chiara volontà politica e urge la valorizzazione del merito e degli esempi di carriere e ruoli di vertice femminili.