le opinioni

L’Asilo Nido: una grande opportunità per le bambine e i bambini e per il nostro Paese

Nella legge di bilancio del 2019 erano stati stanziati dei fondi aggiuntivi, 700 milioni, per aumentare il numero di posti in asili nido e raggiungere su tutto il territorio nazionale quel fatidico 33% che l’Europa ci chiede da molti anni ormai e che non viene raggiunto in nessuna regione del sud, tranne la Puglia.

Si tratta, voglio ribadire, di risorse stanziate nel 2019 nella legge di bilancio, quindi non rientrano nei finanziamenti del PNRR che sono arrivati dopo e che hanno previsto un finanziamento al nostro Paese di 3 miliardi per gli asili nido proprio per sanare le diseguaglianze territoriali.

Successivamente la legge di bilancio 2022 ha stanziato le risorse necessarie per incrementare il numero di posti in asilo nido fino a raggiungere nel 2027 i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) fissato almeno al 33% della popolazione tra 0 e 3 anni per ciascun comune o bacino territoriale. Il raggiungimento dei LEP avverrà in modo graduale iniziando dai comuni con un livello del servizio inferiore al 28,88% dei posti e a questo scopo sono state stanziate risorse che crescono di anno in anno dai 120 milioni per il 2022 fino ai 1.100 milioni annui a decorrere dal 2027. Tale norma nella legge di bilancio 22 agisce non solo sullo stanziamento di fondi, ma inserisce il servizio di asilo nido per i bambini da 3 a 36 mesi tra le prestazioni che gli enti locali sono tenuti a garantire ai cittadini come livelli essenziali di prestazioni, (LEP) indipendentemente dalla domanda e dalle risorse a disposizione, “al fine di rimuovere gli squilibri territoriali nell’erogazione del servizio di asilo nido in attuazione dell’art. 117 comma 2 della Costituzione”.

È un cambio di prospettiva fondamentale attuato dal Governo Draghi che ha tentato di rispondere così, con più decisione, anche alle direttive europee.

Adesso il governo Meloni con il Ministro Fitto sta discutendo sui progetti del PNRR e sui ritardi che si sono accumulati; bisogna discutere dei 27 obiettivi che vanno raggiunti entro il 30 giugno. Tra questi c’è l’obiettivo degli asili nido, che è uno di quelli che rischia di slittare. Nell’informativa resa al Parlamento alcuni giorni fa, il ministro Fitto ha dichiarato che il Governo Meloni “sta cercando di salvare gli asili dai ritardi che si stanno accumulando sulla messa a terra degli investimenti Pnrr: per asili nido e scuole dell’infanzia, si parla in totale di risorse per 4,6 mld di euro”.

Perdere questo cospicuo finanziamento sarebbe una vera beffa.

C’è il rischio che ancora una volta vengano negati i diritti alle bambine e ai bambini del nostro Paese e in particolare a quelli del sud.

Gli asili nido non servono soltanto a favorire le giovani famiglie, e in particolare le madri, ma sono servizi essenziali per i bambini e per le bambine, perché frequentare asili nido di qualità vuol dire avere maggiori possibilità di affermarsi nella vita sia dal punto di vista degli apprendimenti culturali e quindi scolastici, sia dal punto di vista del successo individuale, come è stato dimostrato da molte ricerche longitudinali compiute in varie parti del mondo, e anche in Europa.

Inoltre per un bambino che cresce in un contesto socio-economico svantaggiato, anche un solo anno di frequenza in un asilo nido di qualità contribuisce a ridurre in modo sostanziale i divari educativi con gli altri bambini. In sostanza la frequenza di un asilo nido aumenta le capacità cognitive di tutti i bambini ma le aumenta di più per i bambini che provengono da famiglie disagiate, riducendo quindi le diseguaglianze proprio nel punto di partenza della vita.

La mozione infanzia approvata all’unanimità alla Camera nella scorsa legislatura, che potete leggere inquadrando il QR code, chiedeva al governo un’attenzione particolare all’infanzia, all’infanzia in difficoltà, all’infanzia del sud del Paese e puntava l’attenzione proprio sulla carenza di posti negli asili nido al sud.

I fondi che l’Europa ci ha messo a disposizione rappresentano senza dubbio un vero e proprio investimento, oltre che per la valenza indiscutibile in termini di sviluppo e crescita di un Paese anche per le ricadute positive che avrebbe in termini di creazione di posti di lavoro qualificati nel settore dell’educazione e dell’istruzione.

Infatti la questione degli asili nido è decisiva non solo perché il nido gratuito o economicamente conveniente e di qualità fa bene ai bambini, ma anche perché favorisce il lavoro femminile. Avere meno nidi infatti vuol dire avere maggiori difficoltà a conciliare lavoro e vita e può incidere negativamente sulla natalità. Nei Paesi dove le donne lavorano di più, come Francia, Svezia e gli altri paesi nordici, nascono anche più bambini. Nidi gratuiti, di qualità e con orari flessibili, per venire incontro alle nuove esigenze delle famiglie, rappresentano una delle soluzioni per far crescere anche occupazione femminile e natalità.

È necessario che tutti i deputati e i senatori ma in particolare quelli del sud, utilizzino gli strumenti parlamentari a disposizione affinché non sia reso vano un impegno che era stato ottenuto dopo tante battaglie nella precedente legislatura.

È necessario battersi in parlamento per creare una uguaglianza di possibilità in tutte le aree del Paese. Questa è una priorità che richiede un’attenzione particolare da chi adesso ci rappresenta in parlamento. Perché è adesso che si decide il futuro dei nostri bambini e del nostro Paese.

E non ci può essere un’uguaglianza di opportunità senza una pubblica istruzione di alta qualità dall’asilo nido agli studi post universitari.

Infine come scrive Marco Esposito sul il mattino del 1 maggio e come più volte avevamo detto in Parlamento, è un errore utilizzare il sistema del bando per aver accesso alle risorse, perché se la frequenza all’asilo nido è stato Riconosciuto come un LEP, cioè fa parte dei diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, mettere un LEP a gara, cioè chiedere ai comuni di partecipare a un bando per l’asilo nido, significa esporsi al rischio che l’ente, per ragioni finanziarie, per incapacità organizzativa o per qualsiasi altra ragione, non partecipi al bando.

Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, infatti, ben 1.700 Comuni (non solo del Mezzogiorno) non hanno partecipato ai bandi nonostante un’evidente carenza di asili nido. Sarebbe necessario come pure avevamo chiesto la realizzazione diretta da parte di una struttura governativa centrale dei nidi necessari nei 1.700 Comuni che non hanno presentato domanda. Si tratta del futuro dei nostri bambini e dell’intero Paese.

LA PAROLA A VOI

Una risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

TAGS

CONTRIBUTOR

  • Paolo Siani

    Paolo Siani è medico chirurgo e specialista in Pediatria, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatra dell’ospedale Santobono di Napoli. È stato Presidente nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP). Dal 2008 è stato nominato presidente della Fondazione Polis della Regione Campania (http://fondazionepolis.regione.campania.it/), che si occupa delle vittime innocenti della criminalità, del riuso dei beni confiscati alla camorra e svolge una significativa azione di sensibilizzazione sui temi della legalità. Dal 1986 ha incontrato migliaia di ragazzi in tante scuole della regione Campania, e non solo, per parlare di legalità e delle vittime innocenti della criminalità. Nel 2018 è stato eletto deputato e ha partecipato alla commissione affari sociali della Camera e alla bicamerale infanzia e adolescenza. Dal 22 settembre 2021 è Vice Presidente della Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di LeContemporanee.it per rimanere sempre aggiornato sul nostro Media Civico