a cura de Le Contemporanee – retrospettive, archivio

Vogliamo parlarvi dell’iniziativa sulle sfide della genitorialità contemporanea e di un progetto promosso da Nestlé Italia e da Le Contemporanee.

Insieme ci siamo impegnati a parlare e approfondire gli spunti della ricerca promossa da Nestlé e commissionata a Kantar su nuovo #ParentingIndex, uno studio che racconta le preoccupazioni e le ansie dei neo genitori in tutto il mondo.

All’interno della Parenting Initiative Nestlé Italia e Le Contemporanee si impegnano a dare voce e ascolto ai neo genitori, a tante mamme e papa, molte e diverse famiglie, per mappare e studiare difficoltà, opportunità, risposte a vecchie e nuove esigenze. I nuclei familiari si sono rafforzati o meno durante la pandemia? Cosa mette ansia ai neogenitori? Quali richieste emergono di cui far tesoro, per aziende e istituzioni?

Stiamo portando avanti tre appuntamenti, tre social talk diffusi sul web, sui nostri social e su quelli di Nestlé, che speriamo vi rendano partecipi di questa “ricerca” itinerante e aperta al confronto.

Vogliamo intanto riportare su questo sito alcuni dei tanti spunti arrivati tramite email, social, messaggi, e che ben raccontano questo grande periodo di cambiamento e di riflessione su vita lavorativa e tempi della vita familiare.

Martina Anzini Roma – Lussemburgo

Spero che la possibilità di lavorare da remoto rimanga, ma che si possa tornare in ufficio sereni per una parte sostanziale del tempo. Lavorare in ufficio offre una postazione migliore per lavorare, l’opportunità di concentrarsi meglio per alcuni e delle garanzie/dei servizi cui non è bene rinunciare. Senza seppellircisi dentro 7 giorni su 7, è chiaro!


Gaia Stara Roma –  Milano
Con questa pandemia è cambiato il modo di vivere la routine quotidiana: combinare la vita lavorativa con la routine scolastica dei figli. Sembrava essere un incastro semplice e ovvio, ma per molti non lo è stato. Siamo in un momento di transizione, ma non siamo ancora arrivati alla definizione di un nuovo modello di “famiglia 5.0”!!! Si dovrà trovare una flessibilità nel lavoro che permetta di riacquistare la voglia di stare con i nostri figli e la nostra famiglia, senza tralasciare le nostre ambizioni lavorative.


Elena Giacchino Roma
“Questa pandemia ha accresciuto le distanze sociali. Il divario fra chi può e chi non può, fra chi ha e chi non ha. Abbiamo improvvisamente avvertito nitidamente le diseguaglianze dentro cui fino al giorno ci muovevamo con disinvoltura: abbiamo visto bambini che non avevano uno spazio per studiare, un device attraverso cui seguire le lezioni. Abbiamo capito che nessuno si salva da solo e che servono sistemi di solidarietà, perché la resilienza è una bella parola ma non è la panacea di tutti i mali. Un mondo più solidale è un’urgenza anche economica. “

Chiara Giammartini Roma

Con l’aiuto della tecnologia siamo riusciti nella maggior parte dei casi a sopravvivere ad una pandemia che se fosse capitata negli anni ’90 sarebbe stato ancora più un dramma.. lavorare da casa sarebbe stato impensabile come la scuola.Dovremmo far tesoro di quello che ci è capitato cercando di migliorare certe caratteristiche. Nella scuola dovrebbe esserci più informatizzazione, nel lavoro più elasticità guardando più alla qualità del singolo lavoratore anziché alla quantità di lavoro che offre. Si dovrebbe dare una possibilità maggiore a tutte le famiglie per sentirsi maggiormente tutelate.

Sabrina Gibba Londra
Non ho ancora figli, ma poter gestire in autonomia lavoro e famiglia grazie a tecnologia, con un part time in ufficio e altra metà da remoto non mi sembra male. Con salari bassi italiani conciliare con aiuti domestici è difficil e asili nido son pochi.Parola chiave flessibilità

Luca Rado Bologna

 “Le aziende possono ancora fare molto e forse svincolarsi dalla logica del cartellino. Contano i risultati, follow up co colleghi. Conciliazione e condivisione non sono problema solo di più tecnologia ma di come riusciremo a rendere autonomi famiglie e individui nel lavorare” 

Andrea Merlo Treviso
La tecnologia ci ha fatto fare miracoli in quest’anno e mezzo, miracoli che forse nessuno di noi aveva davvero valutato nelle loro proporzioni. é una volta epocale, che senz’altro sdogana uno dei tabù che impedivano a priori una maggiore conciliazione lavoro/famiglia. Ovviamente, non è sufficiente. L’altro tabù da abbattere è la forte mancanza di flessibilità nei rapporti con i propri datori di lavoro. Anche sul punto ci sono stati miglioramenti (io in prima persona ne ho giovato, e sostanzialmente quasi tutte le persone che conosco, di ogni età ed estrazione). Il punto è capire se la flessiblità vista nel distribuzione settimanale del lavoro in questo anno e mezzo corrisponda alla soluzione emergenziale cui i datori di lavoro sono stati costretti (e che quindi progressivamente verrà accantonata a mano a mano che la situazione sanitaria tornerà alla normalità), oppure se si tratti di un paradigma di maggiore disponibilità alla flessibilità che difficilmente potrà essere ribaltata. Personalmente, auspico che l’esperienza che moltissimi di noi hanno vissuto rimanga quanto più possibile prassi generalizzata (considerando anche che, a quanto pare, l’organizzazione del lavoro durante il Covid non ha registrato crolli di produttività, anzi!), ma non sono sicuro che così sarà. Soprattutto nel nostro Paese, dove permane -anche per colpa delle parti sociali- una concezione abbastanza antiquata, rigida, paleozoica del “lavoro”. Un concezione che già prima del marzo 2020 accusa tutta la sua vecchiaia…immaginiamo oggi!” Giuliano Santandrea ImolaNon c’è lavoro, vorrei ci fosse lavoro perché si possano formare famiglie nuove!

Marisa Zanicchi Forli’
Sono libera professionista ma ho rapporti con società editrici importanti e ho due figli adolescenti.  La tecnologia aiuta molto, ma dobbiamo imparare a utilizzarla meglio senza che invada ogni spazio vitale. Diritto alla disconnessione e nuovi spazi per interagire con colleghi.

Emanuele Ladovaz Roma
Sarebbe interessante riuscire a rendere più permeabile il mondo dei grandi con quello dei piccoli. Il mondo del lavoro sembra un mondo che corre parallelo a quello dei piccoli e farli entrare in contatto con questo è sempre un qualcosa di molto difficile… 

Francesca Fidani Roma

Ai genitori serve incastrare la routine lavorativa con la routine scolastica dei figli. Sembra banale ma per molti genitori, me compresa, non poter andare a prendere i figli a scuola e passare del tempo con loro dopo scuola può essere molto stressante. Si può trovare una flessibilità nel lavoro che permetta di poter avere 2/3 giorni in cui si esce alle 15 per poter stare con i figli. Il lavoro basta organizzarlo, non servono per forza tutti i giorni 8 ore di lavoro. Le aziende ottimizzerebbero il lavoro, i genitori avrebbero più tempo di qualità con i figli e i bambini avrebbero dei genitori più presenti. 

Giovanna Melandri Roma
Al Maxxi dove il 90 % del team è donna – e da quando sono arrivata sono nati 38 Bambini 🧒 !! ( 38 sostituzioni per maternità ) abbiamo imparato moltissimo . Troppo lungo sintetizzare in un breve messaggio . Ma a disposizione per parlarne se volete !


Gioia Ghezzi Milano
Salverei near working communities (vedi progetto che abbiamo lanciato col comune di milano) per permettere a chi ne ha bisogno uno spazio per lavorare tranquillamente e rapido accesso a casa / scuola / figli / rotazioni col partner genitoriale

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