Quanto sta accadendo alle donne ucraine scappate in Polonia e rimaste incinte a seguito delle violenze da parte dell’esercito russo, è a dir poco tragico dato che viene negato loro il diritto all’aborto; ho depositato un’interrogazione a mia prima firma rivolta al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Di Maio per chiedere in che modo l’Italia si stia adoperando per tutelarle.
Da gennaio 2021 in Polonia è entrata in vigore una nuova normativa che vieta l’interruzione volontaria di gravidanza salvo in caso di incesto o stupro – accertato da un giudice – oppure in caso di pericolo per la vita della madre. Ma è evidente che essendo state violentate durante la guerra queste donne non hanno alcuna possibilità di ricevere la “conferma” che il crimine sia stato commesso contro di loro.
Dall’inizio della guerra sono oltre 2 milioni gli ucraini, per lo più donne e bambini, che hanno cercato rifugio in Polonia; le organizzazioni pro-aborto hanno affermato che ora però le donne hanno paura di andare in Polonia proprio per le difficoltà ad abortire e spesso preferiscono rimanere in Ucraina nonostante la guerra, dato che l’aborto legale in Ucraina è possibile fino a 12 settimane di gravidanza.
Mi auguro che il nostro Paese, in sinergia con la comunità internazionale, possa intervenire per risolvere questa drammatica situazione quanto prima.
Le donne devono avere il diritto di scegliere.