I numeri parlano chiaro: il 73% di agenzie viaggi registra che le donne hanno molte più probabilità di mettersi in viaggio da sole, rispetto alla controparte maschile. Si stima infatti che, tra il 2018 e il 2019, le ricerche su internet con le parole chiave “viaggio” e “sola” siano aumentate di circa 6 volte, con il risultato di dare impulso alla partenza in solitaria di almeno 60mila donne (di cui il 26% Millenial).
Le ragazze “in viaggio da sole” sono dunque diventate il motore fondamentale del turismo; crescono infatti anche i dati relativi alle donne over 65 che decidono di partire in autonomia. Le mete privilegiate dalle viaggiatrici sarebbero Giappone, Islanda, Grecia, Australia, Italia e Costa Rica, mentre le città preferite risultano essere Londra, New York, Parigi, Barcellona e Roma, in virtù delle importanti garanzie di sicurezza.
Le maggiori preoccupazioni, infatti, continuano a registrarsi – secondo i dati messi a disposizione da Solo Female Travel – intorno al tema della “sicurezza personale”. E così, si stima che, oggi, il 24% delle donne decida di mettersi in viaggio autonomamente; ma non senza portare con sé dispositivi di difesa.
Ma viaggiare da sola può essere davvero più pericoloso, per una donna?
Paola Natalucci, insegnante e viaggiatrice (intervistata da il Sole 24 Ore, nel 2021) ha le idee chiare in merito.
“Viaggiare può essere pericoloso per tutti – ha sottolineato Paola, evidenziando come si tenda sempre a considerare il viaggio in solitaria normale per un uomo e non sicuro per una donna – “Chiunque, viaggiando può trovarsi in pericolo. Per viaggiare bene bisogna informarsi e studiare e non basta la voglia di partire: l’unica differenza, piuttosto, è che agli uomini non viene detto mai “di stare attenti”. Se un limite davvero c’è, lo crea la società in cui viviamo, pronta a riempire di paura ogni donna. Viaggiare fa parte del riappropriarci dei nostri diritti che, è ovvio, si acquisiscono solo se esercitati.”
Paola Natalucci è, ad oggi, moderatrice della Community Facebook “Viaggio da sola” che, dal 2015, raccoglie esperienze di donne che decidono di partire in piena autonomia.
L’identikit della donna in viaggio da sola delinea dunque il profilo di una Solo Traveler tra i 35 e i 40 anni, con una predilezione per i viaggi fuori stagione, durante i mesi di febbraio, maggio, ottobre. Rispetto agli uomini, le donne sembrano avere inoltre una finestra media di prenotazione più ampia: prenotano prima e sono più attente a sconti e promozioni. La spesa oscilla tra i 1300 e i 1600 euro (voli esclusi), con un 10% in meno rispetto al budget degli uomini. Il viaggio “tipo”, che ha una durata media di 7 giorni, ha come mood prevalenti natura e cultura e vede tra le 4 e le 5 tappe da percorrere.
Una meta da “donne”? Come sottolinea Paola Scaccabarrozzi, autrice di Ragazzi, la mamma parte “No, davvero; non esiste. Non ci sono grosse preclusioni nella scelta della meta solo perché si è donne. Semplicemente bisogna, raccogliere più informazioni possibili sulla destinazione prescelta, soprattutto qualora si opti per una meta culturalmente molto distante da quella di origine. Libri, guide turistiche e il sito della Farnesina devono essere alleati nella preparazione del viaggi.”
E se i dati, oggi, ci indicano che circa il 24% delle donne incontra ancora alcune resistenze, all’idea di mettersi in viaggio senza accompagnatori, non possiamo dunque che chiedervi: e voi, siete pronte a partire?
Leggi gli articoli completi su:
-Al Femminile: Donne che Viaggiano da Sole
-Il Sole 24 Ore: Io Viaggio Da Sola