Il rapporto Ocse 2024, «Education at a Glance», parla chiaro: in Italia, le laureate guadagnano poco più della metà dei loro colleghi maschi. Un divario inaccettabile, che segna il triste primato del nostro Paese: sebbene gli indicatori italiani siano infatti migliorati, negli ultimi otto anni, i progressi registrati continuano a rimanere troppo lenti.
Secondo il rapporto, le giovani donne, pur superando i coetanei maschi nei risultati conseguiti, non li vedono tradursi in opportunità equivalenti nel mercato del lavoro. Il rapporto mostra infatti che ragazze e donne tendono a ottenere punteggi più alti nelle valutazioni standardizzate e hanno il 28% in meno di probabilità di ripetere un anno a livello primario e secondario inferiore rispetto ai ragazzi.
La dispersione scolastica rimane molto alta, con un 20% di giovani che seguitano a non raggiungere il diploma, contro il 14% degli altri Paesi censiti. Forte rimane infatti l’influenza della famiglia di origine, laddove il 37% dei figli di genitori con il solo diploma di terza media non arriverà a conseguire la maturità.
Anche i Neet, giovani che non studiano nè lavorano, risultano, nel nostro Paese, percentualmente in calo: ad oggi, questo fenomeno raggiunge il 21%, superando comunque, tuttavia. la media Ocse. In generale, si conferma inoltre il sottofinanziamento cronico del nostro sistema d’istruzione: l’Italia devolve alla formazione del «capitale umano» il 4 per cento del Pil, contro una media Ocse che sfiora il 5 per cento, con maggiori investimenti concentrati attorno ai primi livelli di istruzione ed un successivo nuovo crollo , purtroppo, all’università.
Negative anche le notizie che riguardano gli stipendi degli insegnanti, laddove l’inflazione, a partire dal 2013, ne ha ridotto il valore reale, causando una diminuzione di oltre il 6%,