Nei giorni scorsi ha suscitato ampio dibattito la proposta, avanzata dall’assessora Cinzia Petetta, esponente di Fratelli d’Italia, di istituire una “festa dell’uomo”, da affiancare alle ricorrenze dedicate alle donne. L’iniziativa ha scatenato reazioni contrastanti nel mondo politico, culturale ed imprenditoriale, dividendo l’opinione pubblica tra chi la considererebbe un’occasione per promuovere una riflessione sull’identità maschile contemporanea, e chi, al contrario, ha interpretato questa ipotesi come una provocazione fuori luogo.
Difficile, infatti, non considerare che gli uomini hanno occupato posizioni di potere e di visibilità per secoli, tanto nei contesti pubblici quanto in quelli privati. I diritti delle donne sono stati, invece (e restano, a tutt’oggi) oggetto di conquista e di rivendicazione: creare dunque una festa “parallela”, dedicata all’uomo, rischierebbe di svuotare di significato le giornate rivolte invece a chi ha subito – ed ancora, subisce – discriminazioni strutturali.
Cristina Molinari, Contemporanea, imprenditrice nel settore turistico e voce attiva nel dibattito sulla parità di genere, ha voluto commentare la questione.
“A proposito degli “uomini maltrattati”, mi chiedo se sia meglio ignorare questa iniziativa, o piuttosto rispondere con ironia. Non seguo la cronaca in modo puntuale, ma ad oggi, mi sembra che i casi in cui delle donne hanno ammazzato un uomo in Italia siano stati soltanto due . Il primo, riguarda una ragazzina albanese che ha preso a coltellate il padre che massacrava di botte sia lei che la madre, e lo faceva per dimostrare ai figli maschi come si fa (gesto che le è valso una condanna a dodici anni). Il secondo, il recente caso in cui una madre ha ucciso il figlio e lo ha tagliato a pezzi, anch’esso violento, ma certamente applicando una punizione fuor di misura. Per contro, le donne ammazzate da mariti, compagni o ed ex compagni, stalker et similia, sono centinaia ogni anno. Questi uomini maltrattati, di preciso, cosa lamenterebbero? Camicie stirate male? Manicaretti insipidi?”
Pic rights Cinzia Petetta, foto Facebook