Nella corsa al 1600 di Pennsylvania Avenue, la candidata presidente per il Partito Democratico Kamala Harris (in queste ore confermata tale dalla Convention Dem che si sta svolgendo a Chicago) ha scelto di essere accompagnata dal Governatore del Minnesota, veterano, ex allenatore e insegnante Tim Walz.
Chiamate tra i due con il sorriso, pit-stop per degli spuntini ai minimarket on the road, una biografia Instagram inusuale, ma rappresentativa: “Running to win this thing with @KamalaHarris”. È con un linguaggio diretto, onesto, e quasi paterno che viene raccontato il Governatore del Minnesota, di anni sessanta e dodici di questi spesi come rappresentante eletto al Congresso degli Stati Uniti.
Da quando la scelta di Harris è stata resa pubblica, infatti, sono diversi i contenuti social che hanno visto il ticketscendere in campo nei tanti Stati chiave per queste elezioni dando il meglio di sé, promuovendo una accoppiata giovane, dinamica, salda nelle proprie posizioni e nella propria opposizione a tutto ciò che Donald Trump e il suo running-mate J.D. Vance vogliono rappresentare negli Stati Uniti.
Walz, per l’appunto, nel suo profilo, è una forte risposta politica a Vance, la scelta Repubblicana per la vicepresidenza che dovrebbe rappresentare – come raccontato nel memoir di Vance, Hillbilly Elegy – la crisi socioeconomica americana e il declino di una working-class sempre più (a suo dire) assistenzialista.
Tim Walz, invece di provare a narrare la società americanacon uno spiccato risentimento, in questi anni l’ha vissuta sulla propria pelle, tanto come docente (ruolo che gli ha permesso di incontrare e conoscere la moglie Gwen in Nebraska), quanto come Governatore, quando si è trovato ad affrontare situazioni complesse come le rivolte che hanno sconvolto Minneapolis nel 2020 dopo l’omicidio di George Floyd.
Il suo primo intervento pubblico in solitaria, Walz l’ha dedicato all’American Federation of State, County and Municipal Employees, un sindacato di 1,4 milioni di membri del settore pubblico a cui il Governatore del Minnesota ha promesso di dare priorità, insieme ad Harris, a politiche favorevoli ai lavoratori.
Un politico che mai nella sua carriera si è lasciato sfuggire l’importanza dei diritti di tutte e tutti i cittadini degli Stati Uniti, da quando – sempre come docente – alla Mankato West High School ha aiutato a formare la prima Straight-Gay Alliance dell’Istituto negli anni Novanta.
Non sorprende, dunque, che da deputato abbia lavorato nella Commissione per gli Affari dei Veterani, spingendo per l’abolizione della misura “Don’t Ask, Don’t Tell” che voleva ogni membro dell’esercito statunitense parte della comunità LGBTQIA+ nascondere il proprio orientamento sessuale obbligatoriamente (pena, il diritto al congedo).
Tim Walz non ha mai lesinato neppure nel suo supporto al diritto all’aborto e ai diritti riproduttivi tutti, avendo passato una misura per garantire l’accesso alle interruzioni volontarie di gravidanza dopo il rovesciamento di Roe v. Wade, ma soprattutto avendo alle spalle una storia di enorme difficoltà ad avere figli, ricorrendo con la moglie Gwen alle procedure di IUI (inseminazione intrauterina) grazie alle quali nascerà sua figlia, Hope, oggi di anni 23.
Da padre d’America, Walz non ha perso occasione di parlare delle fatiche di concepire Hope da ogni podio, presentandosi con una massima da lui definita la regola aurea: farsi gli affari propri, anche quando non faremmo la stessa scelta per noi stessi.
E così Harris e Walz si propongono come il ticket del buonsenso: accusati di essere troppo radicali dagli esponenti del MAGA (Make America Great Again) e di simboleggiare un irreparabile spostamento a sinistra degli Stati Uniti, con le proprie storie personali, le proprie carriere, la propria risata (quella della Harris, “sguaiata e inaffidabile” per Trump) e con la propria schiettezza i candidati democratici cercano di vincere l’America.
Due le date imperdibili a questo punto: il dibattito del 10 settembre tra Harris e Trump e quello previsto (non ancora confermato) per ottobre tra Walz e Vance. Per ora la scelta di Walz ha assestato un duro colpo alla partita tra Democratici e Repubblicani, riportando la campagna per la Casa Bianca ad essere percepita come una vera e propria lotta dopo l’addio di Biden alla corsa per la rielezione.
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