Le Contemporanee si oppongono ad una Direttiva europea delle norme su stupro e molestie sessuali che non preveda l’articolo 5. Si tratta dell’articolo che definisce una volta per tutte lo stupro come “sesso non consensuale”, ovvero un reato.
Purtroppo, a sei anni dal movimento “#Metoo” che ha portato alla ribalta la pervasività dell’orribile crimine dello stupro, ci sono ancora governi come Germania, Francia, Austria e Paesi Bassi, che si dichiarano progressisti ma che impediscono la difesa delle donne senza compromessi.
Il fatto che la mutilazione genitale femminile e il matrimonio forzato siano inclusi come reati penali nella proposta di Direttiva non ci impedisce di denunciare che il compromesso trovato elimina, tra i molti punti, l’introduzione dei reati 1. di stupro per assenza di consenso, 2. di molestie sessuali nel mondo del lavoro , 3. di sterilizzazione forzata e 4. di mutilazione dei genitali intersessuali.
La posizione della Commissione e del parlamento europeo è molto distante da quella del Consiglio europeo composto dai 27 capi di governo europei. Il nostro timore è che sia quest’ultima a vincere, forte del fatto che l’alternativa sarebbe la mancanza di una direttiva.
Noi Contemporanee riteniamo che una direttiva senza l’articolo che norma lo stupro per assenza di consenso non debba essere approvata.
Chiediamo al governo italiano e alla presidente del consiglio Giorgia Meloni di difendere senza esitazione e senza compromessi le norme a tutela delle donne anche in sede europea, rispedendo al mittente la proposta modificata dalla presidenza belga.