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Non solo soffitti di cristallo, anche pavimenti appiccicosi

Nonostante la persistente disuguaglianza di genere che si registra nel mondo, il lato positivo è che pian piano questa sta diminuendo: negli Stati con le economie più avanzate, il divario di genere nei guadagni medi del mercato del lavoro a tempo pieno continua a ridursi, con le donne che, seppur lentamente, migliorano la loro rappresentanza nelle fasce alte della distribuzione del reddito. 

Nella lecture Gender in the Twenty-First Century, Marianne Bertrand evidenzia, però, che nonostante questi risultati, permangono ostacoli importanti verso la parità di genere nel mercato del lavoro conseguenza, in particolare 

  1. Da un lato delle scelte educative che le donne compiono, scelte che spesso si traducono in guadagni attesi inferiori a quelli degli uomini (più maggiormente evidente quando si va a guardare al numero delle ragazze e donne impiegate nei percorsi STEM)
  2. Dall’altro, delle scelte che le donne sono costretta a prendere quando diventano madri, decisioni che si traducono in perdite consistenti e persistenti nei guadagni del mercato del lavoro. 

La domanda che sorge spontanea è: perché le donne compiono queste scelte? Il motivo principale è la presenza di c.d. sticky stereotipi di genere che penalizzano le donne e gli uomini; stereotipi di genere sulle competenze, ma anche sui ruoli che -secondo la tradizione più conservatrice- le donne e gli uomini dovrebbero ricoprire nel mercato del lavoro. Gli stereotipi di genere diventano quindi fattori endogeni che spingono donne e uomini a scegliere un determinato percorso di studi piuttosto di un altro così come a preferire un posto di lavoro piuttosto di un altro, ma anche ad assumersi più responsabilità nei c.d. unpaid work, ossia nella cura domestica, dei figli e delle persone non autosufficienti.  

La conseguenza principale di tali stereotipi di genere è la segregazione nel mercato del lavoro, segregazione che comporta il fenomeno del c.d. sticky floor e del più famoso soffitto di cristallo.

  • Con l’espressione sticky floor, ossia pavimento appiccicoso, si intende quella lunga permanenza delle donne nei ruoli più bassi delle organizzazioni, il che ostacola la mobilità e l’avanzamento professionale delle donne, segregandole in settori e posizioni meno remunerative.

Questa situazione discriminatoria da parte datoriale è dovuta a pregiudizi quali la minor produttività delle donne, la minor disponibilità agli spostamenti così come ad una loro ridotta presenza sul lavoro in conseguenza di eventuali periodi di maternità. 

La penalizzazione salariale legate a discriminazioni e a stereotipi sociali si manifestano fin dal primo ingresso nel mercato del lavoro, prima ancora di un’eventuale gravidanza. In questa fase, gli stereotipi possono influenzare gli investimenti in capitale umano, la scelta di carriera e i meccanismi di ingresso nel mercato del lavoro.

  • Il fenomeno del c.d. soffitto di cristallo -fortemente connesso a quello del pavimento appiccicoso- si manifesta nell’effettiva difficoltà di accesso ad un pieno sviluppo di carriera, al raggiungimento dell’apice, il che comporta una segregazione verticale ed un difficile accesso a quelle posizioni più remunerative. Si tratta delle minori possibilità di avanzamento di carriera delle donne, conseguenza – nel caso di una gravidanza o di assistenza- di carriere intermittenti e del minor tempo trascorso sul posto di lavoro

Si stima che a livello globale, l’effetto del soffitto di cristallo, connesso soprattutto alla c.d. child penality e alla lenta accumulazione di capitale umano, contribuisce a circa il 60% del gender pay gap, mentre l’effetto del pavimento appiccicoso al restante 40%. Naturalmente le percentuali variano da paese in paese, per esempio in Europa del Sud (quindi anche in Italia) il soffitto di cristallo spiegherebbe addirittura il 70% del divario di genere.

Intervenire per modificare tale situazione è, oltre che necessario, possibile. Secondo diversi studi, l’approccio deve essere diverso da paese a paese, quindi non può valere una policy one fits all. Per esempio, in quei paesi in cui le norme sociali e discriminazioni hanno un peso maggiore (quindi in quei paesi in cui lo sticky floor è più marcato) sono necessari interventi nel campo dell’istruzione, ma anche in quello della comunicazione, così come a livello normativo (per es. si stima che la trasparenza retributiva, già prevista dall’art. 46 del Codice delle Pari Opportunità, potrebbe avere degli effetti significativa a livello di retribuzione).  

Dove, invece, è più significativo l’effetto del soffitto di cristallo, bisognerebbe guardare a soluzioni di flessibilità lavorativa tanto alle donne quanto agli uomini, investendo in tecnologie digitali e sviluppando capacità manageriali tali da poter riorganizzare il lavoro. Bisogna ricordarsi però che a questo deve necessariamente affiancarsi un rafforzamento dei servizi di cura per la prima infanzia (sia per quanto riguarda il numero di disponibilità che la gratuità di accesso), così come un’armonizzazione dei congedi tra uomini e donne, rendendoli obbligatori in egual misura sia per le madri che per i padri. 


riferimenti:

  • Bertrand, M., Gender in the Twenty-First Century, AEA Papers and Proceedings, 2020. 
  • Romano E., divari di genere nelle retribuzioni: dai “pavimenti appiccicosi” ai “soffitti di cristallo” passando per gli stereotipi, Eticaeconomica, 14 giugno 2021.
  • Osservatorio JobPricing, IDEM | Mind the Gap, LHH Recruitment Solutions, Gender Gap Report 2022. Mercato del lavoro, retribuzioni e differenze di genere in Italia, 2022. 

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CONTRIBUTOR

  • Francesca Valente

    Francesca Valente, triestina, femminista, appassionata di diritto del lavoro. Si laurea in giurisprudenza con una tesi interdisciplinare sullo sfruttamento del lavoro delle donne migranti. Durante il percorso accademico svolge un tirocinio curriculare prima nell'ufficio legale di I.C.S., Ufficio Rifugiati Onlus, poi nel centro di prima accoglienza Casa Malala. Prende parte al progetto Erasmus, trascorrendo sei mesi a Lione, dove frequenta corsi in Filosofia e Sociologia delle disuguaglianze e delle discriminazioni presso l'Institut d'études du travail de Lyon. Dottoranda con Adapt in Apprendimento ed Innovazione nei Contesti Sociali e di Lavoro presso l'Università di Siena, attualmente ricercatrice presso la FAI CISL. 

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