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Ancora Trump. Kamala Harris non ce la fa

Kamala Harris non ce l’ha fatta: l’onda repubblicana e il ritorno di Donald Trump hanno travolto aspettative di una donna competente alla Casa Bianca e ci costringono ad analizzare tutti i perché di una sconfitta che pesa e che mette a rischio la tenuta democratica degli Usa, ma anche il futuro della vecchia Europa. Una Unione europea che deve reinventare sé stessa, così come l’area democratica e libertaria, un po’ ovunque, nel mondo.
Anche l’elettorato femminile e le future leader dovranno comprendere la sfida epocale che abbiamo davanti ed abbracciare un futuro nuovo, che probabilmente inizierà dopo il 2028, alla scadenza del mandato dell’uomo più potente del mondo, Donald Trump.

Valeria Manieri, co-founder di Le Contemporanee, analizza questa dolorosa sconfitta insieme alla deputata Lia Quartapelle e alla giornalista di Chora Media, Luciana Grosso.

Dal ritardo nella candidatura di Harris alle ambiguità dei Dem, forse, troppe mancanze hanno inficiato la pervasività di una campagna elettorale comunque ottimamente condotta, non risultando in grado di fornire, tuttavia “motivi sufficientemente validi per votare Harris.”

Alle forze di sinistra viene chiesto oggi di elaborare risposte, soprattutto in merito ai diritti civili, con posizioni nette e chiare. Forse, ad aver ostacolato Harris, anche la sua dichiarata continuità con l’amministrazione Biden (“Avrebbe fatto qualcosa di diverso del Presidente Biden, negli ultimi quattro anni?” “Non mi viene in mente niente”), che è stata interpretata come un segno di indecisione e di fragilità.

Il trionfo della figura pregna di tossicità machista e di maschilismo aggressivo di Donald Trump pone inoltre in essere un altro, difficile, interrogativo: forse, l’America (o più in generale, il mondo) non sono ancora realmente pronti per la prima Presidente donna degli Stati Uniti? Anche la sconfitta della conservatrice Nikki Haley, rivale di Trump alle Primarie, sembrerebbe, del resto, rafforzare questo dubbio inquietante.

Ciò che è appare invece certo è che il mondo, volens aut nolens, dovrà ora ritrovarsi a fare i conti con l’ingombrante figura di Donald Trump, che andrà a proiettarsi su uno scenario futuro tutt’altro che di facile approccio. L’Europa, venuta meno la guida carismatica di Angela Merkel, si ritrova infatti esposta al rischio di una vera e propria disgregazione, minacciata dalle ombre di leader forti ed oscuri, quali Vladimir Putin o Xi Jinping.

“La battaglia politica a cui siamo chiamati è quella di un risveglio – Osserva comunque, in conclusione, la deputata Lia Quartapelle – oggi più che mai, occorre infatti rilanciare nei cittadini un sentimento di urgenza europea.”

Ed al futuro, appare proiettata anche la speranza della giornalista Luciana Grosso.

Stamattina, mi sono svegliata pensando al 2028. Ed anzi, forse, al 2026. Sarebbe infatti sufficiente che i Democratici riprendessero il Congresso, per disinnescare l’enorme potere di Donald Trump. La sconfitta e dolorosa, è chiara. Ma per la rassegnazione non ci deve essere spazio.”

LA PAROLA A VOI

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  • Valeria Manieri

    Classe 84, esperta di comunicazione e politica, Cofounder de Le Contemporanee. Lavora da anni con Radio Radicale e collabora con diverse testate, tra cui Io Donna - Corriere della Sera, Il Foglio e Milano Finanza.

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