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le opinioni
Il calendario Pirelli è davvero un’ispirazione per le donne di successo?
C’era un tempo in cui il Calendario Pirelli era progettato per consolare i camionisti nelle lunghe ore di solitudine e conteneva delle foto di giovani donne, procaci e sorridenti. Ad un certo punto qualche acuto dirigente deve aver capito che i grandi ordini di pneumatici erano decisi non certo dagli ingenui camionisti, ma ben più in alto e quindi il Calendario Pirelli è stato completamente cambiato: grandi fotografi, modelle bellissime, qualità eccelsa. Insomma un prodotto di alta qualità per consolare, nelle ore di solitudine, l’alta dirigenza, che si presume ovviamente maschile.
Oggi è stato fatto un passo avanti ulteriore per evitare fastidiose critiche femministe: è stata ingaggiata una fotografa donna, delle modelle come sempre bellissime ma si è aggiunto un tocco di diversity con una modella curvy ed una “imperfetta “ con una protesi. Si afferma perfino che queste donne sono intelligenti (e chi l’ha mai dubitato?), le si agghinda in modo curioso con corde tipo bondage, nude con copricapi da “dea capra”, travestite da escort in tulle nero con giarrettiera in camera d’albergo e poi si fa un comunicato stampa in cui si afferma che questo calendario dovrebbe “ispirare le altre donne”. Giusto per capire: ispirare cosa?
La cosa più incredibile è che tutti i principali quotidiani nazionali hanno – come sempre accade – ripreso la notizia con un copia incolla del comunicato aziendale, senza che alcuna commentatrice o giornalista ritenesse di aggiungere altro, magari, come nel nostro caso qui sul media civico de Le Contemporanee, per esprimere qualche perplessità. Non tanto sull’ opera in sé, che come ogni opera artistica o commerciale, é libera di fare il proprio corso, ma sull’idea che un calendario con immagini bellissime ma non proprio rivoluzionarie sia il modo per raccontare le donne e il loro empowerment in modo adeguato.
Ora io non ho nulla contro le modelle che fanno il loro mestiere, né mi sdegno per un’operazione di marketing cretina come molte altre, ma avrei voluto che almeno un/una giornalista facesse il suo mestiere.
Insomma rimpiango il vecchio calendario per i camionisti che rifletteva una ruspante sessualità e che, almeno, non pretendeva di ispirare le altre donne!
Quando le donne in posizioni apicali saranno molte forse avremo diritto anche noi ad avere un calendario con bei maschietti in mostra, o altro, secondo i gusti e forse la rivoluzione sarà compiuta…o no?
LA PAROLA A VOI
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CONTRIBUTOR
Cristina Molinari, laureata in matematica. Per molti anni Partner in Accenture. Oggi é una imprenditrice nel campo delle tecnologie per il turismo. Da sempre impegnata in importanti campagne per la parità di genere, fa parte del network delle contemporanee e del suo comitato scientifico.
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