Quest’anno a Venezia, l’attivista e influencer Giorgia Soleri (ex fidanzata di Damiano dei Maneskin) ci aveva promesso un tappeto rosso peloso, il primo in Italia a suo dire. Lo aveva anticipato il giorno prima pubblicando una foto delle sue gambe al naturale (le malelingue sostengono appositamente sbiondite…) e l’aspettativa era cresciuta vertiginosamente insieme alle polemiche. Anche chi non ha seguito la vicenda può immaginare lo sgomento e la delusione provata da tutti nel vedere il giorno dopo l’attivista sfilare sul red carpet con un vestito che la copriva dalla testa ai piedi, senza neanche uno spacco.
ZOE: Eh sì, i peli di Giorgia Soleri sul red carpet non si sono proprio visti. Perché queste false promesse? Forse rimarrà un altro grande mistero italiano. Però possiamo riflettere sul suo maldestro tentativo di presa di posizione.
LAURA: Al di là dell’esito tragicomico della vicenda, è vero che, nel momento in cui Soleri ha annunciato su Instagram che non si sarebbe depilata, ha suscitato un piccolo maremoto su Internet, tra gente inorridita e benaltristi. Invece io credo che, se davvero avesse mostrato le sue gambe pelose a Venezia, sarebbe stata se non altro un’immagine potente… Io comunque non ho mai visto gambe femminili non depilate sfilare in qualsiasi contesto in Italia.
ZOE: Purtroppo è vero, la ceretta culturalmente ce l’abbiamo nel cervello. Riteniamo normalissimo annunciare alle ragazzine delle medie che dal momento che iniziano a crescergli i primi peli, il loro corpo diventa ripugnante e soprattutto inammissibile in pubblico, tanto da dover essere sottoposto mensilmente a dolorose cerette. Certamente al mondo c’è di peggio, ma dice tanto di come vediamo le donne.
LAURA: Cresciamo da subito con l’idea che la nostra immagine così com’è non vada bene e che l’unica speranza che abbiamo per essere accettabili è modificarla costantemente, spendendoci pure dei soldi. Ma se la questione è così seria, perché anche noi abbiamo riso di Giorgia Soleri?
ZOE: Al di là del flop del vestito lungo, Soleri sembra non essere in grado di portare avanti battaglie, anche le più condivisibili, senza personalizzarle goffamente.
LAURA: Un difetto comune a moltə attivistə/influencer. La metto anch’io sul personale: condivido molte delle battaglie portate avanti sui loro profili, ma, immancabilmente, ogni volta che lə sento parlare, magari nella storia successiva a un adv, penso “Ma perché questa persona continua a parlare solo di sé?”
ZOE: Ma ora parliamo di noi. Perché, parafrasando il titolo di un’intervista di Vanity Fair a Soleri, anche io a volte ‘non ho sbatti’ di depilarmi. Un tempo con un filo di ricrescita mettevo solo gonne lunghe (un vecchio trucco che forse anche la ama Giorgia…), ora la vivo molto più serenamente e quando vedo peli su gambe, braccia, ascelle di altre di donne li trovo anche stilosi, quasi un accessorio punk. Però su di me i peli lunghi lunghi… Forse non ho il coraggio? Forse non sono abbastanza decostruita? Forse ci tengo al povero cuore della mia povera mamma?
LAURA: Io considero una mia grande conquista aver smesso di pensare alla ceretta come un gesto basilare di cura verso il mio corpo. Per diversi anni, nei periodi in cui per qualche ragione finivo con l’avere più peli del solito, mi sentivo trascurata, come se non mi stessi volendo bene. Adesso non è più così, ma comunque se non sono depilata in certi contesti continuo a sentirmi molto a disagio.
ZOE: Contesti tipo red carpet italiani? Ci vorrebbe qualcuna che li sdoganasse. In ogni caso, da bruna quale sono, ho un altro appunto da fare a Soleri e alla nostra società. Perché il pelo sbiondito ci fa meno effetto? Soleri con quei capelli così scuri e lucenti non può pensare sia credibile la coscia da scandinava. La prossima volta voglio rappresentazione anche per il fenotipo mediterraneo.
LAURA: Forse i peli biondi sono più socialmente accettati perché ricordano quelli dei bambini e quindi risultano meno invadenti. Ma perché mai le gambe di una donna adulta dovrebbero assomigliare a quelle di una bambina per essere considerate belle? Bisognerebbe chiederlo a un antropologə ma forse non voglio sapere la risposta. Effettivamente sono tante le domande che ci siamo fatte senza darci una risposta…
ZOE: Forse non sappiamo darci molte risposte perché è un dibattito in divenire. Pure le nostre idee sull’argomento sono cambiate tanto negli anni.
LAURA: Anche a livello generazionale, quelli poco più giovani di noi sono ben più evoluti e magari tutte queste domande non se le fanno e semplicemente quando hanno voglia di depilarsi si depilano e quando non hanno “sbatti” no…
ZOE: Forse persino i peli mancati di Giorgia Soleri avranno un ruolo nel cambiamento. Forse la sua è stata un’operazione situazionista. Forse creandoci l’aspettativa dei peli ci ha fatto percepire per la prima volta l’assenza di qualcosa che non c’è mai stato. E ora lo vogliamo. I peli su un red carpet italiano.