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“Pari opportunità sulle montagne russe”: la nota del W7 dopo il vertice di Borgo Egnazia

Il W7 è un gruppo di impegno civile ufficiale del vertice G7, istituito nel 2018 dalla presidenza canadese. Il suo obiettivo è quello di  promuovere proposte sull’uguaglianza di genere e sui diritti delle donne,  in seguito raccolte in ‘comuniquee’, paper ufficiali che vengono poi  presentati ai Governi, nell’ambito del processo del G7. L’obiettivo è quello di dare impulso agli impegni politici e finanziari concreti da parte dei leader del G7, in grado di condurre a un impatto tangibile, duraturo e trasformativo sulla vita delle donne e delle ragazze in tutto il mondo.

Il Women 7 italiano è presieduto da Anna Maria Tartaglia, co-fondatrice di Angels for WomenClaudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation, e Martina Rogato, co-fondatrice Human rights international corner. II Comitato italiano è inoltre composto da 12 organizzazioni della società civile impegnate per l’uguaglianza di genere, tra le quali Action Aid, Angels 4 Women, AW20, Donne Leader in Sanità, Fondazione Marisa Bellisario, con presidentessa Lella Golfo.

Dopo il W7 giapponese del 2023, e dopo il passaggio di consegne con l’Italia a gennaio, il nostro Paese ha ospitato l’evento in Campidoglio lo scorso maggio, in occasione della presidenza italiana del G7. Empowerment finanziario, giustizia climatica, lotta alla violenza contro le donne e i minori. Questi, alcuni dei temi al summit, che ha assistito alla partecipazione di Le Contemporanee ad alcune fasi di preparazione del “communiquee”, in qualità di Media Partner.

A pochi giorni di distanza dalla dichiarazione pubblicata dai Leader del G7, dopo l’incontro a Borgo Egnazia, il W7 ha condiviso in una nota le proprie osservazioni in merito.

“Si accoglie innanzitutto positivamente l’adozione di un “doppio approccio” sulla gender equality all’interno del documento. Gli impegni sulle pari opportunità sono di fatto presenti sia in un apposito paragrafo dedicato, che inseriti sui focus-paese e nei capitoli tematici della Dichiarazione. Fondamentale anche l’inserimento di un paragrafo ad hoc sul tema della disabilità.

A parte una timida menzione nell’incipit del paragrafo “gender” rispetto alle donne e alle loro rispettive diversità, in tutti gli impegni presi dai leader manca un chiaro approccio intersezionale che consideri lo spettro di diversity delle donne, e le multiple discriminazioni di cui queste possono essere vittime nonchè […] un approccio intersezionale alla disabilità.

Importante l’impegno sui 20 miliardi di dollari a favore dello women empowerment, ma si riscontra una mancanza di chiarezza rispetto a quali temi e progetti specifici saranno oggetto di supporto e in che modalità.

Positiva la menzione al gender pay gap e al ruolo del settore privato, incluso il riferimento alla certificazione di parità di genere come buona pratica italiana, auspicando possa essere replicata anche dagli altri paesi.

Così come il doppio riferimento sul lavoro di cura retribuito e non retribuito. E nello specifico per quanto concerne il lavoro di cura non retribuito: la menzione relativa alla ripartizione dei carichi di cura. Ciò dovrebbe poi essere seguito dell’emanazione di apposite leggi per rendere equiparato il congedo parentale obbligatorio affinché le norme accelerino quella che é la necessità evidente di un urgente cambiamento culturale.

Apprezzato il focus sull’importanza della “partecipazione/coinvolgimento delle donne” in ogni sfera del lavoro, e il riferimento alla leadership nelle posizioni apicali, incluso il settore STEM.

Apprezzamento per il capitolo dedicato all’Intelligenza Artificiale anche se risulta scarso l’elemento intersezionale soprattutto nella salvaguardia dai pregiudizi, e per la necessaria fissazione di standard di inclusività, onde evitare il perrmanere di pregiudizi inconsci negli algoritmi di A.I., e che possono avere un impatto sproporzionato su donne, ragazze e persone LGBTQIA+ in tutte le loro diversità.

Inoltre, relativamente alla violenza di genere, la nota del W7 segnala:

Nessuna menzione su un impegno cruciale e ridurre i costi sociali e umani associati a violenza contro le donne e a mutilazioni genitali femminili ed a migliorare la sicurezza economica e la stabilità per i sopravvissuti a tutte le forme di violenza che subiscono soprattutto e primariamente violenza economica.

Per quanto concerne la salute delle donne, si riscontra la mancanza di un riferimento ad hoc al tema della medicina di genere, e benché in linea con la Dichiarazione di Hiroshima sia stato inserito un riferimento sui diritti sessuali e riproduttivi, in cui si inserisce naturalmente anche il tema dell’aborto, riteniamo che una citazione esplicita sul diritto all’aborto sicuro sia fondamentale per garantire la salute delle donne, inclusi i contesti di guerra ed emergenza umanitaria. La garanzia dell’accesso alle cure per la salute sessuale e riproduttiva (SRH), inoltre, non vede un esplicito riferimento alla parte essenziale della copertura sanitaria universale, che svolge un ruolo cruciale prima, durante e dopo eventuali casi di violenza di genere.

Infine, con riferimento alla giustizia climatica, il gurppo del G7 segnala “l’assenza di una prospettiva di genere rispetto alla mitigazione del cambiamento climatico e alla finanza climatica. Considerato che il climate change non è mai neutrale al genere e colpisce più le donne e ragazze che gli uomini, c’è da considerare quanto sia strategico applicare la prospettiva di gender impact ad ogni progetto di business e ad ogni soluzione sul clima. Infine nonostante il focus sui rifugiati e le migrazione, manca un riferimento alle rifugiate climatiche.

Si accoglie – tuttavia – positivamente l’applicazione di un approccio intersezionale e trasformativo di genere alla politica estera, agli aiuti umanitari e alla cooperazione allo sviluppo, e all’impegno a far progredire l’Agenda Donne, Pace e Sicurezza, compresa la sua applicazione alla riduzione del rischio di catastrofi e a sradicare tutte le forme di violenza di genere, compresa la violenza sessuale legata ai conflitti, anche sostenendo le donne costruttrici di pace nei contesti di conflitto.

Dopo il G7 a Borgo Egnazia, il messaggio del W7 appare dunque chiaro, e non a caso intitola la nota contestualmente elaborata: alti e bassi per le pari opportunità, a bordo di una montagna russa il cui pendolarismo conferma la necessità di interventi più decisi a favore di inclusività ed equità.

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