Ansia d’Estate: meglio che arrivi o che vada via?

Il 21 giugno, giorno del solstizio, ha segnato l’inizio della stagione estiva e, quest’anno, degli esami di Stato. E, per molte categorie di persone, l’estate stessa diventa una prova di maturità: un periodo in cui si cambia, si cresce, si fanno nuove esperienze, viaggi e si prendono in considerazione possibili strade da percorrere a partire da settembre, alla ripresa delle attività.

Ecco allora come un periodo che dovrebbe rappresentare assoluto relax, limitatamente alla finestra di ferie ovviamente, va a raccogliere piuttosto ansie di vario genere. Sì, genere è proprio la parola chiave perché, come in tanti altri contesti, sono le donne ad avere la peggio in questa situazione. Cominciamo dalla famigerata prova costume che in queste settimane torna tra i principali argomenti trattati dai media cartacei, online e soprattutto televisivi. Oltre a quello che già sappiamo sul tema, è bene interrogarci su aspetti più profondi e sul fatto che, per conformarsi a un certo tipo di fisico, da esibire sulle spiagge, il genere femminile incontra numerosi ostacoli lungo il cammino.

Diete improvvisate, corse contro il tempo vanno solamente a minare la salute mentale e psicofisica dell’individuo, sia uomo che donna. E la domanda sorge spontanea: se le vacanze devono essere il momento per staccare la spina perché allora continuano a rappresentare un motivo di ansia? Il covid, d’altronde, che ha monopolizzato le nostre vite nell’ultimo triennio, tanto da vedere ancora qualche mascherina in giro, ha finito per acutizzare questo processo. Dunque gli affollamenti, tipici degli stabilimenti balneari, rischiano di far paura. Una ricetta da considerare potrebbe essere vivere tutto con naturalezza, senza temere il giudizio altrui.

In un mondo in cui ci si batte per l’espressione del singolo, in quanto tale e non perché rispecchiante un modello predefinito, non esiste un unico modo di apparire, ma molteplici modi per presentarsi in società. Ogni persona può avere i propri colori preferiti, un abbigliamento – soprattutto in estate – che ritiene comodo e soprattutto essere in pace con il proprio aspetto fisico aiuta a godere al meglio dei bagni a mare o magari in piscina.

Cerchiamo insomma di andare oltre l’ansia della prova costume, anzi alla prova dovremmo mettere il nostro spirito di adattamento e la capacità di mostrarci in qualunque situazione con quelle che sono le nostre peculiarità. Senza stress e con una buona dose di ironia. Un discorso pienamente di genere che riguarda sia uomini che donne, obiettivamente accomunati dalla stanchezza di dover corrispondere a parametri fissati. Decliniamo gli aggettivi “virile” e “femminile” come più ci fa stare bene e ne guadagnerà l’intero ecosistema, estate compresa. Un termine che forse, non a caso, è femminile.

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  • Emanuele La Veglia

    Emanuele La Veglia è giornalista professionista, scrive di empowerment femminile per Vanity Fair e altre testate. Sul tema è intervenuto in webinar, eventi e attività di formazione. Classe ’92, ha vinto diversi premi nazionali ed è molto attivo nel sociale. Per Rcs ha curato un volume sulla figura di Coco Chanel.

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