Signore e signori, il Festival!

“Non abbiamo bisogno di uomini soli al comando, ma neanche di donne sole. Serve una leadership condivisa”. La mia riflessione sul Festival della Canzone Italiana inizia dalle parole di Elly Schlein, candidata alla segreteria del Partito Democratico, in uno dei suoi ultimi incontri a Napoli.

Come nella politica, così nella musica gli assoli non funzionano più ma serve un approccio corale e, soprattutto, intersezionale. L’auspicio è che si ponga in tal senso la direzione artistica di Amadeus, al secolo Amedeo Sebastiani che per la quarta volta sarà il “mastro di festa” al Teatro dell’Ariston. Ad affiancarlo un volto storico, quello di Gianni Morandi, ma anche tante facce nuove e nello specifico quattro donne. Abbandoniamo però subito la classica dicitura di genere e scendiamo nei particolari. I loro nomi? Chiara Ferragni, Francesca Fagnani, Paola Egonu e un’altra Chiara, Francini. 

La prima è erroneamente definita come un’influencer, quando in realtà è colei che ha inaugurato in Italia il fashion blogging e oggi è un’imprenditrice digitale, sempre attenta alle cause femministe. E non si tratta di un aleatorio pinkwashing ma di gesti concreti come l’aver devolto l’intero cachet (che sappiamo essere intorno ai 100mila euro) all’associazione Donne in Rete contro la Violenza. Un segnale forte di cui sicuramente si discuterà tra un’esibizione e l’altra nella serata inaugurale e in quella di chiusura, che la vedranno protagonista.

Il secondo giorno, mercoledì 8 febbraio, sarà la volta di Fagnani, giornalista con un dottorato in filologia dantesca che testimonierà il suo impegno per la malavita. E lo farà proprio all’alba di un 2023 caratterizzato, a gennaio, dall’arresto del boss Matteo Messina Denaro. Per cui cerchiamo per una volta di non presentarla come la moglie di Enrico Mentana, dettaglio che inevitabilmente rimbalza sui media, ma per le sue apparizioni in programmi come “Annozero” e “Le Iene”.

Veniamo quindi al simbolo più forte della kermesse, la presenza di Paola Egonu pallavolista nata in Veneto da genitori nigeriani e sentimentalmente legata per diverso tempo alla collega Katarzyna Skorupa. “A me piacciono le persone, il genere conta poco” avrebbe dichiarato a luglio dopo la notizia di una relazione con l’atleta polacco Michal Filip. Ha appena compiuto 24 anni (il 18 dicembre scorso) ed è stata più volte vittima di discriminazione al punto da meditare l’addio alla nazionale italiana, con la quale ha vinto gli Europei nel 2021. 

A chiudere il cerchio Chiara Francini che nel 2014 ha condotto Colorado e che ha una lunga carriera nel cinema nostrano, da “Maschi contro Femmine”, che esplora le differenze tra i due sessi, a “C’è chi dice no”, un film denuncia sui tanti casi di raccomandazione in Italia. Spesso si parla di chi è in gara, ma merita spazio una riflessione su chi introduce, perché non si tratta di ruoli secondari ma di persone che catalizzano l’attenzione del pubblico, veicolando messaggi importanti.

Per il parco cantanti, lasciamo aperta la discussione, con una raccomandazione: fate il Fantasanremo (gioco che vi abbiamo consigliato lo scorso anno) e approfondite le singole carriere, valorizzando tutti e tutte. Ma con gente del calibro di Giorgia, o anche di Elodie, questa difficoltà non dovrebbe esserci.

Immagine da ansa.it

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  • Emanuele La Veglia

    Emanuele La Veglia è giornalista professionista, scrive di empowerment femminile per Vanity Fair e altre testate. Sul tema è intervenuto in webinar, eventi e attività di formazione. Classe ’92, ha vinto diversi premi nazionali ed è molto attivo nel sociale. Per Rcs ha curato un volume sulla figura di Coco Chanel.

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