A fronte di uno scenario politico che vede due donne collocarsi in posizioni apicali (Giorgia Meloni, Premier e leader di FDI ed Elly Schlein, a capo del più grande partito di opposizione), non di rado, si corre il rischio di trarre conclusioni troppo semplicistiche. Le donne, in Italia, hanno ufficialmente sdogonato il gender gap? Le Contemporanee lo hanno chiesto ad Azzurra Rinaldi, economista, fondatrice di Equonomics ed accademica; che elargisce numeri e coordinate dei motivi per i quali, in realtà, nel nostro paese, c’è davvero ancora tanta strada da fare.
Secondo le cifre stimate dal Global Gender Gap Report del 2023, l’Italia si attesta alla 79esima posizione, perdendone ben sedici rispetto a all’anno precedente. Un dato sconcertante: sebbene si tratti di un paese economicamente avanzato, l’Italia risulta performativamente inferiore ad alcuni paesi tutt’ora in via di sviluppo.
In altre parole, anno nuovo, storia vecchia: il 70% del lavoro di cura, in Italia, ricade ancora sulle donne; ed il differenziale di occupazione tra uomini e donne risulta di ben diciotto punti percentuali.
A discapito del ruolo politico di Meloni e Schlein, i numeri sono ancora una volta impietosi: per quanto concerne le posizioni di leadership raggiunte, le donne italiane si collocano al 107esimo posto.
Analogo scenario per i giovani: le stime di Almalaurea documentano una massiva fuga di cervelli, soprattutto a sud del paese; giovani di livello culturale medio-alto che, in assenza di opportunità occupazionali sono costretti ad abbandonare il territorio, determinandone un ulteriore impoverimento.
(Quasi) parafrasando il titolo di un famoso film, dunque, l’Italia non è “un paese per i giovani” (e a maggior ragione, allo stato attuale, non lo è neppure per le giovani donne).
Nella video-intervista ad Azzurra Rinaldi, tutti i numeri di uno scenario poco confortante ma che, ora più che mai, per migliorare ha bisogno di noi.
