Istantanea

A cosa serve l’Europa? Diritti, parità e coesione per diventare grandi insieme

“Per capire cosa è l’Unione Europea occorre guardare dentro; ma può esserci utile guardare anche a ciò che accade fuori.”

Con queste parole, Maurizio Caprara, editorialista del Corriere della Sera, ha inaugurato l’evento “A cosa serve l’Europa? Diritti, parità e coesione per diventare grandi insieme” che, nella cornice del Campus per la Parità di Genere Obiettivo 5 (organizzato presso Università Sapienza dal Corriere, iO Donna, la 27esima Ora e Le Contemporanee, con il sostegno della Commissione Europea e del Parlamento Europeo in Italia), ha cercato di indagare che cosa significhi, oggi, vivere nell’Unione Europea.

Caprara si è soffermato a riflettere su cosa, innanzitutto, l’Europa oggi non sia, attraverso due esempi emblematici: la Russia di Vladimir Putin – di recente scossa dall’omicidio di Aleksej Navalny, ed il regime teocratico in Iran, laddove, nel 2022, la “colpa” di non aver indossato il “velo in modo corretto” costò alla giovane Mahsa Amini la vita.

Attraverso l’esame della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, Caprara ha ricordato le basi su cui si ergono libertà e democrazia: il diritto di ogni individuo alla vita ed il fermo rifiuto della pena di morte e della giustizia sommaria.

In seguito, il ritorno di quella domanda aperta, che titolava il dibattito: ma a che cosa serve l’Europa? La prima risposta a tale quesito, all’interno del panel “Pace, sicurezza e libertà”, è giunta dalla Europarlamentare e componente della Commissione Affari esteri (AFET) e della Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa (SEDE), Anna Cinzia Bonfrisco.

“L’Europa è servita a tutti noi, per costruire quel mondo di pace, tutt’altro che scontato, in cui viviamo oggi- Ha osservato l’Onorevole Bonfrisco – E’ servita alle donne, per costruire la loro emancipazione. Oggi, stressata da mutamenti geopolitici e molteplici pericoli, è necessario che l’Europa si ponga degli interrogativi relativi al mantenimento del proprio benessere. 

Occorre continuare a produrre e a garantire diritti, consentendo ed incentivando l’affermazione degli individui, nonchè guidando nel resto del mondo, tramite il nostro modello, il processo di acquisizione della pace e della libertà.”

“L’Europa garantisce l’esigibilità dei diritti, ed ha sempre costituito  strumento di tutela e di protezione..- Ha evidenziato inoltre Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo, in collegamento da Bruxelles – La brutale invasione ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin non sarebbe stata possibile, infatti, in una qualsiasi delle capitali dell’Unione Europea. La democrazia liberale è sorella della libertà.

Per l’Onorevole Fabio Massimo Castaldo, membro del Parlamento Europeo, l’Europa è “guidata da una visione congiunta.” Partendo dalla propria esperienza di Osservatore, Castaldo ha infatti individuato come l’Europa rappresenti, per molti paesi del mondo, una potente fonte di ispirazione.

Oggi, è dunque necessario che “l’Europa non si marginalizzi, venendo meno al proprio ruolo di modello e di catalizzatore positivo.”

Lo sguardo di Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo ed ex studente di Università Sapienza, si è rivolto invece al passato, al presente e al futuro. 

“E’ importante ricordare che le autocrazie non sono isolate, ma tendono a saldarsi insieme, nel tentativo di ostacolare il modello democratico che percepiscono come una dannosa minaccia – Ha sottolineato infatti il Direttore – L’Europa del passato era segnata dalle limitazioni fisiche: i costi dei viaggi e l’assenza di collegamenti; oggi, l’Europa del presente ha smantellato ostacoli e barriere, creando ossigeno ed opportunità crescenti per molti giovani.

Nell’Europa del futuro, occorrerà probabilmente ricostruire un processo che appassioni, senza tuttavia dimenticare che ciò che possediamo già è quanto di più prezioso.”

Nella seconda parte del ricco dialogo, in apertura, l’intervento di Barbara Stefanelli, Vicedirettrice del Corriere della Sera. Stefanelli ha ricordato il coraggio di chi non rinuncia a sfidare “cosa Europa, oggi, non è”: Yulia Navalnaya, vedova di Aleksej Navalny che ha invitato i cittadini russi a riunirsi davanti ai seggi, in data 17 marzo, per manifestare la propria opposizione al regime di Vladimir Putin; ma anche il 90% di iraniani ed iraniane che, nel corso delle elezioni del 1 marzo, per boicottare la presenza di soli candidati affiliati ad Ayatollah e Pasdaran, ha raccolto l’appello ad una astensione collettiva.

Focus della seconda parte della Live Inchiesta, la conversazione aperta tra Marco Ascione, Caporedattore del Corriere della Sera ed il Professor Romano Prodi, che ha preso le mosse dall’idea di un’Europa “vista dagli europei.”

“La gente non ti vuole bene, quando le cose non si fanno- Ha osservato con amarezza il Professore – Per avere la meglio sugli euroscettici, l’Europa deve oggi intraprendere altri progetti sufficientemente ambiziosi: essere, per esempio, in grado di tutelare quantomeno i propri interessi regionali, senza avvantaggiarsi immancabilmente della protezione atlantica. A questo scopo, appare sostanziale dotarsi di un esercito europeo.”

“Per supportare l’Europa nel suo progresso, è fondamentale non chiamarci fuori dalle responsabilità della vita quotidiana. I giovani e le giovani devono recarsi alle urne: ma anche l’Europa ha il dovere di motivarli, riappropriandosi della propria credibilità. In un mondo sempre più globalizzato, non ci si può più accontentare di osservare solo “lo specchietto retrovisore.” Abbiamo bisogno di guardare avanti. E di guardare insieme.”

La terza ed ultima sessione del folto appuntamento è stata moderata da Valeria Manieri, giornalista e Co-founder de Le Contemporanee, con l’obiettivo di penetrare la questione affrontata in modo ancor più pervicace. Che cosa serve, oggi, all’Europa per potersi rinnovare?

Ferruccio De Bortoli, Presidente della Fondazione Corriere della Sera in collegamento, ha posto l’accento innanzitutto sull’aspetto economico.

“Il bilancio comune, per affrontare le grandi questioni del futuro, dovrà fare ricorso a fondi, e a tassazioni ancor più elevate – Ha evidenziato infatti De Bortoli – Il tema è di certo spinoso; ma per operare il salto di paradigma del quale necessitiamo, non si può che passare attraverso strettoie di bilancio. “


Martin Briens, ambasciatore francese in Italia, si è invece soffermato sull’importanza di continuare a lavorare per implementare diritti civili e spazi di libertà, a partire dall’esempio francese, e dall’ingresso del diritto all’aborto all’interno della Costituzione.

“Ogni Paese ha le sue istituzioni e la sua storia; ma questo diritto è prioritario per la salute di molte donne, e speriamo un giorno di vederlo entrare a far parte anche della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. “

“Ad oggi, ci sono sfide enormi che dobbiamo affrontare insieme: la transizione verde, la digitalizzazione e la difesa comune. Per fare un salto in avanti, chiaro e significativo, occorrono comprensibilmente più risorse, ipotizzando magari anche un debito comune. ”

Riallacciandosi alla tematica del debito comune, Anna-Kaisa Itkonen, Member of Cabinet of Kadri Simson e EU Commissioner for Energy, ha ricordato la necessità di investire, potendo contare su un bilancio maggiormente consistente, anche in settori quali “l’educazione dei giovani” (specialmente per educarli ad individuare le fake news, che “rischiano di erodere l’Unione Europea”).

“Inoltre, un budget supplementare dovrebbe poter incentivare l’accesso delle donne alle professioni tecnico-scientifiche, che abbisognano del loro fondamentale contributo ai fini di potenziare la competitività del settore.”

In vista delle imminenti Elezioni europee, Elena Grech, vicedirettrice della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, è stata invece invitata da Valeria Manieri a rispondere ad un quesito altrettanto complesso: come l’Europa può diventare davvero “grande”?

“L’Europa, in realtà, è già “grande” nella propria diversità: essa stessa rappresenta una missione, una federazione di Paesi che ricompone diverse progettualità- Ha affermato la vicedirettrice – Occorrerà sicuramente proteggerla dall’avvento dei populismi: e non soltanto attraverso la creazione di un’unica forza di difesa; ma investendo sull’educazione per combattere disinformazione e scetticismo.”

Monica Frassoni, presidente della European Alliance to Save Energy, ha in seguito posto l’accento su come, spesso, il dibattito intorno alla transizione green non ne metta sufficientemente in risalto il carattere di imprescindibilità

“La transizione green è una necessità profonda, che investe ogni ambito della nostra vita, e alla quale non è più possibile derogare. Per metterla in atto, occorre innanzitutto consapevolezza di ciò che è sostanziale alla sua realizzazione: un sistema democratico, una condivisione sovranazionale ed un contesto di pace, sicurezza e di reciproca fiducia.

A tale proposito, non condivido l’entusiasmo collettivo per il riarmo europeo – Ha aggiunto, in seguito, Frassoni – Appare più opportuno non trascurare, piuttosto, la condivisione della politica estera, cessando di considerare il tema della difesa soltanto ad un livello nazionale.”

In conclusione, la parola a Claudia Caporusso, Presidente di Sapienza Futura, che si è soffermata sul ruolo dei giovani, chiamati a disegnare il futuro dell’Europa.

“Nella dialettica del quotidiano, i giovani vengono interpellati solo quando si avverte la necessità di muovere loro un rimprovero – Ha osservato Caporusso – Se dessimo invece loro la parola, per conoscerne le priorità all’interno dello scenario europeo, sono certa che non parlerebbero di eserciti: ma chiederebbero a gran voce, piuttosto, investimenti sull’educazione; investimenti per incoraggiare la parità di genere; politiche sociali sul lavoro.

“Domanderebbero all’Europa di far sentire la propria voce condivisa, laddove gli stati nazionali non vi riescono. Lasciando i giovani in silenzio, troppo spesso, il risultato può essere soltanto quello di incentivarne la sfiducia nelle istituzioni.

“Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna di innamorarmi dell’Unione Europea quando ero soltanto un’adolescente- Ha concluso infine Caporusso, con un sorriso – ma per troppi giovani, oggi, l’Europa sembra un’interlocutrice molto lontana. La sua voce forte dovrebbe, invece, innalzarsi ricomponendo le diversità, stimolando un dialogo attivo con le nuove generazioni e tenendo viva la loro fiducia nei momenti bui.”

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  • Rebecca Loffi

    Rebecca Loffi ha conseguito la laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano nel 2016, specializzandosi in Comunicazione.  Attualmente, svolge attività di ufficio stampa per il terzo settore, con particolare riguardo alla fragilità. Da sempre vicina all'associazionismo e alla lotta attiva per i diritti civili, fa parte dell’Associazione Radicale Fabiano Antoniani, nata dalla difesa del fine vita.

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