Dal Consiglio dei Ministri, il via libera al disegno di legge per l’introduzione del delitto di femminicidio ed altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.
“Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo“, cita la bozza del provvedimento.
“Con il ddl – ha sottolineato la Premier Giorgia Meloni – diamo una sferzata nella lotta alla piaga dei femminicidi. La piaga è la lunga scia di sangue che, nel 2024, conta una donna uccisa ogni tre giorni e nel 2025 ha già 6 vittime. Ciò accade nonostante un primo intervento normativo del governo che, tra l’altro, aveva introdotto l’arresto in flagranza differita.”
Secondo la ministra alle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, si tratterebbe “davvero di una novità dirompente, non solo giuridica ma anche sul piano culturale.”
Il ddl prevede inoltre aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Ed ancora, per le pratiche di mutilazioni degli organi genitali femminili che riguardano tante migranti che vivono in Italia. Pene più dure anche per chi provoca lesioni permanenti al viso, come quelle provocate dal lancio di acido ma anche per l’omicidio preterintenzionale, l’interruzione di gravidanza non consensuale, gli atti persecutori e per chi costringe con la forza una donna a compiere o subire abusi sessuali.
La nuova normativa prevede modifiche anche per quanto riguarda i magistrati: i Pm dovranno ascoltare direttamente le vittime senza delegare l’audizione alla polizia giudiziaria e sono estesi anche per loro gli obblighi formativi. Il ddl limita anche l’accesso ai benefici penitenziari per coloro che compiono reati del codice rosso ed introduce il diritto per le vittime di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato a seguito di concessione di misure premiali.
Per il ministro alla Giustizia Carlo Nordio, si tratterebbe di “un risultato epocale” e di “una grande svolta”, anche perchè tra le novità vi è l’attenzione riservata alla vittima, che verrà ora ascoltata in più fasi.
Proprio in concomitanza con la Giornata Internazionale della Donna, dalle piazze promana, tuttavia, la perplessità dell’attivismo.
“Riconoscere la matrice di questo reato è un passo avanti. Ma propaganda e deterrenza non sono sufficienti. Occorre agire su un problema sistemico, con educazione e cultura.”