“A me non disturba se Berlusconi si candida pubblicamente. Mi disturbano molto di più le ombre cinesi che affliggono questo Paese. È come se candidarsi al Quirinale fosse infamante e allora tutto avviene in segreto, nei corridoi e nei conciliaboli. Sono l’unica persona in Italia che si è candidata pubblicamente al Quirinale e avevo mandato un testo ai grandi elettori per dire come avrei interpretato quel ruolo.”
Cosi’ Emma Bonino intervenendo nelle scorse ore alla trasmissione Rai Cartabianca, condotta da Bianca Berlinguer.
L’ analisi di Emma Bonino e’ come sempre lucidissima, la sua intelligenza non fa sconti a nessuno. Soprattutto a chi risiede dentro ai Palazzi (donne e uomini) e continua a trattare un processo chiaro e nobile come l’elezione della piu’ alta carica dello Stato come un gioco delle tre carte, seguendo liturgie opache, che somigliano piu’ a un conclave vaticano che non a una espressione democratica. Il nostro Paese non ha mai conosciuto, a parte l’iniziativa di Emma Bonino, la pubblica volonta’ politica di salire al Quirinale. O almeno di voler rompere gli “accordicchi” tra partiti. Dopo Emma Bonino nel ’99, con la campagna Emma for President (e il magnifico e provocatorio claim “Finalmente l’uomo giusto” ) nessuno ci ha mai piu’ messo la faccia. Eppure nulla lo vieta. La Costituzione lo consente. Mancanza di coraggio o impossibilita’ di sottrarsi ai giochi di partito e di palazzo?