Istantanea

Quel dolore invisibile: la legge di Bilancio taglia il fondo per il contrasto ai DCA

con il contributo di Aurora Caporossi

Addio al Fondo per il contrasto ai Disturbi Alimentari, istituito nel 2021 ai fini di rafforzare la rete degli ambulatori multidisciplinari dedicati al trattamento dei DCA. La Legge di Bilancio del governo Meloni ha infatti operato un taglio di 25 milioni di fondi: una scelta che appare in significativo contrasto con la fotografia della realtà. Si stima infatti che 4 milioni di persone, oggi, in Italia, soffrano di un disturbo alimentare. Solamente nel 2023 sono stati registrati 3.780 i decessi: i disturbi alimentari rappresenterebbero infatti la seconda causa di morte tra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali.

La maggior parte dei casi coinvolgono giovani donne tra i 12 e 17 anni, sebbene si registri un aumento della percentuale dei DCA anche tra gli adolescenti di sesso maschile. Il monito degli esperti, infatti, appare chiaro: negli ultimi 3 anni si è verificato il +40% di diagnosi, con un raddoppiamento, dunque, anche delle richieste di ricovero.

Un’epidemia che necessiterebbe di aumentare il numero di professionisti del settore, nonchè di posti letto dedicati e di accessi ambulatoriali.

A tale proposito, 40 associazioni hanno già rivolto un appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ed al Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

«Senza rinnovo le liste di attesa, che già arrivano ad un anno, si allungheranno ancora. Quando nella vostra regione cercherete un luogo di cura pubblico e non ci sarà, quando dovrete rivolgervi al privato con costi proibitivi, scoprirete che non c’è una politica che abbia investito nella tutela della salute» – Hanno ricordato enti dedicati al contrasto dei DCA, tra cui Fiocchetto Lilla, tra i promotori delle manifestazioni che, il 19 gennaio, coinvolgeranno 22 città italiane, di concerto con la rete universitaria Chiedimi come sto.

«Per un paziente affetto da DCA, un anno è un tempo più che sufficiente per morire.»

Anche il monito di Aurora Caporossi, Founder e Presidente di Animenta appare, in questo senso, inequivocabile.

«Siamo tutti estremamente preoccupati: questo fondo ha permesso di ampliare l’organico e di far partire progetti che non andranno avanti senza professionisti, e senza finanziamenti alle strutture – Ha evidenziato Caporossi – Inoltre, accrescerà il divario tra le regioni, che già oggi si muovono a macchia di leopardo e che hanno riscontrato notevole fatica ad avviare programmi mirati.»

«Oltre alla necessità di avere dei fondi vincolanti alla cura dei Disturbi Alimentari, dobbiamo sviluppare una progettualità di lungo periodo per affrontare quella che da tutti è ormai definita, da diverso tempo, l’epidemia silenziosa dei Disturbi del Comportamento Alimentare.»

Mentre realtà come Animenta continuano il loro impegno infaticabile, “raccontare per sensibilizzare”, con più di 10.000 adolescenti raggiunti ed incontrati all’interno del contesto scolastico, cresce la preoccupazione per una politica lontana dai giovani, e dalla realtà.

Che il 19 gennaio non rinunceranno, comunque, a far sentire la propria voce e scenderanno in piazza, al fianco di Chiedimi come sto (Udu e Rete degli studenti medi), Fondazione Fiocchetto Lilla, Animenta Dca, Maruska Albertazzi e Silvia Persico. Perchè “i disturbi alimentari – vale la pena ricordarlo – “non sono una nostra scelta.”

“E voi ci state tagliando il futuro.”

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