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Goldin e Mohammadi: il NOBEL delle donne che resistono

Claudia Goldin, 77 anni, è la premio Nobel per l’economia 2023. Lo ha annunciato l’Accademia reale svedese delle Scienze: alla base del prestigioso riconoscimento,  una vita di studi dedicata alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel corso dei secoli. Nata il 14 maggio 1946, Goldin insegna Economia all’Università di Harvard, ed è stata la prima donna a ricoprirne la cattedra, all’interno del prestigioso ateneo americano. Co-direttrice del Gender in the Economy Study Group dell’NBER, è stata direttrice del programma Development of the American Economy, dal 1989 al 2017. Il suo ultimo libro, dal titolo  Career & Family: Women’s Century-Long Journey into Equity è stato pubblicato nel 2021, dalla Princeton University Press.

A Goldin, il merito di aver individuato i fattori chiave delle differenze di genere nel mercato del lavoro, delineando il primo resoconto completo sulle retribuzioni.  Da esso, emerge un quadro assai chiaro: la partecipazione femminile al mercato del lavoro non ha avuto una tendenza al rialzo durante l’intero periodo analizzato; ma ha assistito, anzi, durante la transizione da una società agricola ad una industriale, all’inizio del XIX secolo, ad un calo del coinvolgimento delle donne coniugate, seguito da un aumento, con la crescita del settore dei servizi, all’inizio del XX secolo, delineando una “curva ad U”. 

“Questo modello è il risultato del cambiamento strutturale e dell’evoluzione delle norme sociali riguardanti le responsabilità delle donne per la casa e la famiglia”- Ha spiegato Claudia Goldin. Nonostante la crescita economica e la crescente percentuale di donne occupate nel XX secolo, ad oggi, il divario retributivo tra donne e uomini, infatti, “non si è ancora colmato”.  

Il carattere innovativo della ricerca di Claudia Goldin assume comprensibilmente un ruolo chiave, ai fini della ricerca sociale, gettando una luce nuova su ostacoli multifattoriali, e su possibili soluzioni future.

A questo importantissimo riconoscimento se ne affianco un altro, ugualmente fondamentale: il premio Nobel per la Pace, riconosciuto all’attivista iraniana Narges Mohammadi. La donna, oggi cinquantunenne, si è battuta incessantemente per i diritti delle donne e l’abolizione della pena di morte. Attualmente, Mohammadi sta infatti scontando diverse condanne nella prigione Evin di Teheran, per un totale di circa 12 anni di reclusione, con accuse che includono la diffusione di propaganda contro lo Stato. Narges Mohammadi figura anche in posizione apicale, quale vice-capo, all’interno del Centro per i difensori dei diritti umani, un’ organizzazione non governativa guidata da Shirin Ebadi, a sua volta vincitrice del premio Nobel per la pace, esattamente vent’anni fa.

Mohammadi è la diciannovesima donna, oggi, a vincere il prestigioso riconoscimento.

“Non ci sono parole per descrivere quanto io sia orgogliosa di lei.”

Queste, le parole di Kiana, figlia adolescente di Mohammadi.

“Ma so che, in ogni caso,  la sua lotta per continuare ad aiutare le persone in Iran continuerà. Cara mamma, ti amo, e ti sono vicina con il cuore.”

Ed anche noi, quest’oggi, non possiamo che stringerci attorno a chi, con passione, dedica la sua vita al tentativo di innescare, passo dopo passo, quel medesimo cambiamento a cui desidererebbe poter assistere.

Grazie. A Claudia Goldin, e a Narges Mohammadi.

Perché la speranza di abitare, in futuro, un mondo più giusto nasce proprio da chi indaga, da chi discute ed affronta le ingiustizie che minano libertà ed inclusione.

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    Le Contemporanee, il primo media civico in Italia dedicato alle donne e contro ogni discriminazione. I contributi contenuti nel media civico con autore "LeC", sono testi e contenuti a cura del nostro staff.

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