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La politica di Giorgia Meloni ha un solo genere, ed è maschile

14 Ottobre 2025

A leggere alcune testate giornalistiche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, avrebbe il merito di aver conquistato il titolo di unica leader donna presente in un momento che, nel (poco) bene e nel (troppo) male passerà alla storia: la firma degli accordi di pace su Gaza cerimoniosamente tenutasi a Sharm El-Sheikh. 

E così, l’espressione massima del governo italiano è volata in Egitto lunedì dopo aver ricevuto l’invito, subito colto al volo, venerdì sera. Abbandonando qualsiasi aspirazione ironica sulle declinazioni di “weekend lungo” che sembrano interessare anche la leader di Fratelli d’Italia (perché Giorgia, chi di weekend lungo ferisce, di weekend lungo perisce), il dato riportato è oggettivo: Giorgia Meloni è stata l’unica leader di governo, donna, presente. 

E, tra le altre cose, è stata anche protagonista di un “momento di distensione”, come definito dalla stampa, con il Presidente turco Erdogan, il quale sembrerebbe aver apostrofato Meloni con un “devo farla smettere di fumare”. 

Un siparietto che tanto dice della posizione nazionale e internazionale di Meloni. Secondo il Secolo d’Italia, la Presenza di Meloni è un colpo duro al tetto di cristallo, “ci sono loro e c’è lei”, viene scritto dalla testata. 

Senza Meloni, la storia l’avrebbero scritta, ancora una volta, solo gli uomini, viene detto. Ma che storia è stata scritta a Sharm El-Sheikh? Perché la realtà è che non si tratta solo di statistica di genere, di computo matematico, di quante donne e quanti uomini si potevano contare sulle dita d’una mano. 

La storia che è stata scritta, sulla scia del sangue lasciato da un conflitto che segna una pagina buia della storia contemporanea, è – Meloni presente o meno – la storia di una politica al maschile. 

Al tavolo di confronto, infatti, ci si è arrivati grazie a una gestione della politica profondamente machista, condotta a furia di battersi sul petto. Non una delicata operazione diplomatica, ma fatta di braccia di ferro vinti dal Presidente Trump che ha ormai sdoganato, anche tra i confini del “paese delle libertà”, un approccio da guerra eterna, “o con me o contro di me”, su qualsiasi tema. 

Ed è la principale fonte d’ispirazione di Meloni, che non ha fatto altro che cercare di silenziare e sbeffeggiare chiunque in queste settimane si sia mosso per manifestare la propria solidarietà al popolo palestinese. 

In questo momento più che mai, Meloni ricorda nelle sue aspirazioni politiche il rabbioso e calcolatore Aaron Burr nel celebre musical di Lin Manuel Miranda, Hamilton: “I want to be in the room where it happens”. Lei, nella stanza in cui tutto accade c’è arrivata e non a furia di battaglie in nome del genere femminile come vorrebbe far intendere il Secolo d’Italia, ma perché ha capito che le regole del gioco – se vuoi giocare – sono profondamente e stereotipicamente maschili e al momento non sembra particolarmente interessata a cambiarle. Specie, finché privilegiano i suoi record personali.

Pic rights @ Ipa

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  • Vittoria Loffi

    Vittoria Loffi è studentessa universitaria e attivista femminista. È autrice del podcast “Tette in Su!” prodotto per Eretica Podcast e fra le coordinatrici della campagna nazionale “Libera di Abortire” per un libero accesso all’aborto in Italia. Contributor e presenza attivissima de Le Contemporanee.

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