“Non ti ho fatto nascere, eppure sono in pace”- Racconta la giornalista Simonetta Sciandivasci a La Stampa. La sua, è la narrazione lucida e sensibile di un aborto chirurgico vissuto a 33 anni, esercitando il diritto di non mettere al mondo un figlio. Sullo sfondo dell’entrata in vigore dell’emendamento di Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli D’Italia, che aprirà le porte dei consultori pubblici ai Pro-vita, la testimonianza di Sciandivasci evidenzia con struggente lirismo la bellezza della libertà di scelta. E non per disamore per quel concepimento che lei pure rispetta, e che in quel suo ultimo viaggio conduce attraverso la Grande Bellezza della città di Roma. Ma nella consapevolezza che, “quando non si trovano ragioni per proseguire una gravidanza”, l’ivg sia una scelta di responsabilità, seppure, in alcuni casi, dominata da quell’incertezza che è “squisitamente umana.”
Simonetta Sciandivasci è anche curatrice della raccolta “I figli che non voglio”, edita da Mondadori nel 2022. Una carrellata di interventi non ortodossi, pieni di intelligenza e senso critico, che affrontano la tematica dell’inverno demografico, svincolando le donne dal ruolo tradizionale di “vittime o di responsabili” del calo delle nascite, ma evidenziando la necessità della geografia politica di riorganizzare il mondo secondo nuovi criteri. Perchè l’aborto, come ci racconta Sciandivasci, non è sempre un dramma: ma un’esperienza che chiama in causa la più assoluta soggettività.
E noi, grate per questo elogio ineffabile alla dignità della persona che abortisce, vi invitiamo a leggerne più che si può qui: Non ti ho fatto nascere eppure sono in pace.
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