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90 anni di Adriana Lodi e la lunga battaglia per i nidi in Italia

Il 30 settembre 2023, l’onorevole Adriana Lodi, la mamma di tutti nidi, ha compiuto 90 anni. Se gli asili nido pubblici e comunali oggi ci sono è anche grazie al suo impegno e alla sua forza.

Il 2 aprile 1966, quando viene eletto sindaco Guido Fanti, una redistribuzione delle deleghe affida ad Adriana Lodi l’assessorato all’assistenza e ai servizi sociali. In quegli anni a Bologna, ancora prima della legge nazionale, grazie ad Adriana Lodi, si apre una rete di asili nido che coincide con la politica del decentramento dei quartieri; nel 1969 si apre il primo nido comunale italiano al quartiere Bolognina, il nido Patini.

Adriana Lodi rimane assessore fino al 1969. Candidata alle elezioni politiche nel 1968, entra in Parlamento nel luglio 1969 dove rimane per 23 anni, fino al 1992, ad occuparsi di molte materie, mantenendo sempre una costante attenzione alla condizione ed ai diritti delle donne per migliorare il loro ruolo nella società italiana, anche attraverso le leggi.

Accanto al lavoro di Adriana Lodi cresceva intanto l’impegno delle associazioni femminili in tutta quella serie di iniziative di elaborazione e lotte su tanti temi che oggi sono patrimonio di tutte e tutti: l’emancipazione delle donne e le loro lotte portano avanti le principali conquiste civili del novecento italiano. La legge sul divorzio e la legge 194 sul diritto all’interruzione della gravidanza nascono in quel clima e in quella bandiera principale che è l’emancipazione femminile e la parità dei diritti.

I nidi sono compresi in questo cammino, Adriana Lodi diventa la referente parlamentare di molte di queste istanze, ma in particolar modo quella sul diritto al nido per ogni bambina e per ogni bambino.

La legge 6 dicembre 1971, n° 1044 “Piano quinquennale per l’istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato” è la legge che istituisce in Italia l’asilo nido come noi lo conosciamo tutt’ora, cioè come un “servizio sociale di interesse pubblico” (Art. 1). Questa legge, che ha come madrina Adriana Lodi, rappresenta un balzo in avanti rispetto all’ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia, che aveva operato fino a quegli anni), una pietra miliare, anche se i bisogni educativi dei bambini sono secondari rispetto al bisogno di cura e sicurezza.

L’asilo nido è per la legge n° 1044/71 ancora un servizio principalmente di custodia e assistenza, centrato maggiormente sui bisogni degli adulti, della società, dello sviluppo delle opportunità lavorative (in particolare della donna) a differenza delle elaborazioni successive e della posizione attuale del nostro Paese che finalmente ha assegnato al nido la funzione di diritto educativo personale del bambino ed è stato inserito a pieno diritto nel percorso del sistema nazionale d’istruzione. Ma nel 1971 si gettano le basi di un cammino che non si è mai fermato.

Il grande merito della legge del 1971 è di aver incentivato la realizzazione diffusa (tramite appositi finanziamenti) dei primi asili nido comunali.

Inoltre, nella legge n° 1044 del 1971, all’art. 6 (comma 3), si precisa che gli asili devono “essere dotati di personale qualificato sufficiente ed idoneo a garantire l’assistenza sanitaria e psico-pedagogica del bambino”. Questo apre la porta alla nuova figura dell’educatore / educatrice di asilo nido così come noi la conosciamo (diversa da quanto previsto nell’ONMI).

Su questo punto si inseriranno, tra l’altro, le successive leggi regionali che, a partire dal 2000 (cioè dall’entrata in vigore della legge 328/2000 che assegna alle regioni, tra le altre, la materia degli asili nido), ridefiscono parte delle caratteristiche degli asili nido e puntualizzano i requisiti per le educatrici.

Con la legge del 13 luglio 2015, n. 107, si è raggiunta una conquista importante, ancora poco dibattuta e poco nota nella sua sostanza nell’opinione pubblica e nel dibattito comune, rispetto alla cura dell’infanzia: si è istituito nel nostro Paese il Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a sei anni, reso attuativo dal Decreto Legislativo n. 65 del 13 aprile 2017, dopo una lunga gestazione, accompagnata da un ampio dibattito politico e culturale e iniziata oltre dieci anni prima. Oggi, grazie alla L. 107 e al D. Lgs. n. 65,

«la storia del nido e quella della scuola dell’infanzia si sono incontrate sul piano normativo e ha preso avvio un nuovo percorso che necessita di un orientamento pedagogico inedito, capace di fare tesoro delle esperienze maturate fin qui su entrambi i fronti». Il nido passa dall’essere un servizio alla famiglia a diritto della persona. In quanto tale oggetto di ben altre attenzioni, sia in termini di sicurezza delle risorse, che della qualità dell’offerta educativa e pedagogica.

Quella sui nidi è stata ed è una battaglia delle donne, anche se in tempi recenti l’importanza dei nidi e della loro diffusione si è arricchita di molte elaborazioni dal punto di vista economico, come perni di crescita collettiva. Su tutte le analisi del premio Nobel Heckman riassunte nella cosiddetta curva di Heckmann, che sancisce la peculiarità e l’importanza di investimenti sul capitale umano tanto più proficui quanto più precoci.

La battaglia delle donne partì da Bologna e si estese in tutta Italia, quella battaglia continua ancora.

È continuata durante la pandemia, dove associazioni e movimenti, tra cui Le Contemporanee e il Giusto Mezzo, hanno chiesto allocazioni importanti di risorse nel PNRR per aumentare l’offerta di infrastrutture sociali e nidi. Continua ancora con il monitoraggio della spesa del PNRR, che dovrebbe portare all’offerta di almeno il 33% di posti nido ogni 100 bambine/i, con la petizione delle attiviste di “Fate i Nidi Fate Presto”.

E ancora continuerà, perché nemmeno con quel piano raggiungeremo un risultato soddisfacente: perché i nidi non sono ancora un diritto offerto in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale

A Palermo ci sono solo 6 posti disponibili ogni 100 bambini, e così nel Sud. Nemmeno i soldi del pnrr sono stati l’occasione per colmare gli enormi divari di offerta.

Forti dell’esempio di Adriana Lodi, grate a lei per la sua azione e alle migliaia di donne che l’hanno supportata, dovremmo tornare nelle piazze, ancora, ancora e ancora. E lo faremo.

Buon compleanno Adriana, e grazie!

LA PAROLA A VOI

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CONTRIBUTOR

  • Mila Spicola

    Laurea in Architettura, già ricercatrice precaria in Storia dell’Architettura alla Sapienza di Roma, specialista in Restauro dei Monumenti ed esperta in Conservazione e Valorizzazione dei Bbcc, nel luglio del 2007 accetta la cattedra di ruolo in una scuola media di periferia a Palermo.  Dottoranda in Innovazione e Valutazione dei Sistemi d'Istruzione presso il Dipartimento di Pedagogia di UniRomaTre. Autrice di “La scuola s’è rotta”, Einaudi, 2010. Dal 2010 collaboratrice de L'Unità, autrice del blog "La ricreazione non aspetta". Organizzatrice e ideatrice insieme a Emma Dante degli incontri di teatro civile “Cu arriva ietta vuci”.  È stata  consulente tecnico del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per gli ambiti politiche educative di genere e piano nazionale scuola digitale, ha collaborato alla riforma della formazione iniziale e selezione dei docenti. Eletta negli organi di partito alle primarie del 2007, rieletta nel 2009, è stata responsabile scuola del Pd a Palermo fino al luglio 2010.  Dirigente nazionale dello stesso partito fino al 2016, oggi indipendente. Sempre antagonista, mai massimalista. Femminista e contemporanea.

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