Raccogliamo e riportiamo l’appello della Vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno per la Presidente Meloni e per la Ministra Roccella.
Sperando di sederci per discutere insieme seriamente e costruttivamente sul da farsi.
“Cara Presidente Meloni,
per le donne è sempre il giorno dopo: il giorno dopo una violenza, il giorno dopo un femmicidio, il giorno dopo una molestia, il giorno dopo un grido di aiuto che viene sminuito. È stato così anche per Paola Romano, Giulia Tramontano e per Thiago, la nascente vita che portava in grembo.
Non so Presidente Meloni, se lei come me ha finito le parole per esprimere lo sdegno e la rabbia per tutte queste vite che non saranno più, per tutte queste nostre sorelle che non avranno più giorni felici, vita e libertà. Il nostro impianto normativo è all’avanguardia, gli strumenti repressivi e giudiziari ci sono, ma ciò che manca in questa battaglia è un impegno senza quartiere all’idea che uccidere una donna, usarle violenza fisica o psicologica, possa essere socialmente accettato. Lo ascoltiamo con sgomento nel dibattito pubblico e mediatico: l’assassino viene sempre descritto con inusitata pietà; lo vediamo sui social dove si arriva a giustificare l’idea che un uomo possa usare violenza come metodo di reazione a comportamenti o atteggiamenti della donna, si rivendica insomma l’idea che il patriarcato debba essere ancora il termometro regolatore delle nostre società.
Presidente Meloni, ci divide tutto o quasi, per tradizione politica e per visione del mondo: per me, ad esempio, il femminismo è la risposta alle inaccettabili diseguaglianze dei nostri tempi, per lei evidentemente no. Ma ciò a cui siamo chiamate è che queste differenze, in nessun caso, possano impedire un comune lavoro per un comune obiettivo: reagire alla violenza, fermare questa mattanza, sostenere le donne e abbassare fino a quota zero la soglia di tolleranza di comportamenti maschili violenti.
Non è mai servito e ahimè non servirà nemmeno questa volta il decreto del giorno dopo, l’ennesimo pacchetto di misure repressive, offerto come consolazione in memoria e nel nome delle ultime vittime. Potrebbe servire, invece, un passo diverso, un approccio diverso rispetto a quello che si è sempre adottato: Presidente Meloni, convochi associazioni, opposizioni, sindacati, rappresentanze sociali, religiose, volontarie, giornaliste, intellettuali, ci metta tutte in una sala, ascoltiamoci e scriviamo insieme un patto per le donne e contro la violenza di genere, decidiamo insieme cosa è necessario fare, come sperimentare nuove strade che vadano oltre le divisioni per un cammino serrato, impegnativo e comune. Facciamolo noi: donne con l’esperienza delle nostre solitudini, del nostro dolore, del nostro essere figlie, madri e cittadine perché oltre a sfondare il soffitto di cristallo abbiamo il dovere di fermare questa strage in Italia e nel resto del mondo.
Facciamolo insieme, facciamolo subito.” Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo