L’Irlanda ha la sua nuova Presidente: Catherine Connolly.
E’ stata eletta con una larga maggioranza (oltre il 63% dei voti) ed entrerà in carica l’11 novembre 2025.
Una donna di 68 anni, popolare e con un consenso giovanile molto ampio.
Connolly ha una eredità importante da maneggiare con cura, dal momento che il suo predecessore per due mandati è Michael D. Higgins politico, poeta e accademico, Presidente molto popolare del trifoglio europeo (avete presente le sue conferenze e discorsi con il suo cagnolone accanto? Esatto, lui).
Catherine Connolly è sicuramente una donna decisa. Politicamente è una deputata indipendente di sinistra, che ha offerto un’alternativa radicale ai partiti di centro-destra (Fine Gael e Fianna Fáil), partiti di destra -di fatto dominanti – che attualmente governano il Paese.
La campagna elettorale di Catherine Connolly è stata fortemente caratterizzata da un taglio anticonformista e da una chiara rottura con l’establishment politico tradizionale.
Ha conquistato un forte seguito giovanile adottando un approccio comunicativo moderno, partecipando con intelligenza e spigliatezza a podcast molto popolari tra la GenZ e non solo, evitando i canali mediatici più tradizionali e formali.
È stata protagonista di un video virale che ritraeva Connolly mentre giocava a calcio, che ha contribuito a renderla popolare e accessibile, costruendo un’immagine di autenticità. Questo stile ha sicuramente rotto diversi tabù in politica e dato maggiore freschezza alla politica irlandese.
I temi che è abituata a trattare sono importanti e al tempo stesso spinosi. Ha dato spazio a temi sociali e al diritto all’abitare, dando voce ai molti insoddisfatti per l’alto costo della vita e la grave crisi abitativa in Irlanda. L’Irlanda, bene ricordarlo, è uno dei cosiddetti PIIGS, uno dei paesi che nel primo decennio del secondo millennio ha attraversato una grave crisi finanziaria e del debito sovrano. Questo portò il Paese a richiedere un salvataggio finanziario da parte dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, accettando un severo programma di austerità.
Sebbene oggi la sua situazione economica irlandese sia notevolmente migliorata, gli strascichi sociali di molti anni di ristrettezze nelle finanze pubbliche si sono fatte sentire. Ed è anche di questo che Connelly ha parlato.
La neo Presidente piace molto ai giovanissimi anche per la sua posizione attenta allo sviluppo sostenibile, attento alle disuguaglianze, redistributivo e per una politica attenta alla lotta contro il cambiamento climatico.
Ci sono elementi più delicati e dibattuti di Catherine Connolly, presto in carica: la Presidente vuole riportare l’Irlanda su un terreno di neutralità geopolitica, neutralità che strizza pero’ un po’ troppo l’occhio al laissez faire pacifista e un po’ antioccidentale. E’ infatti estremamente critica sulla Nato e su alcuni assets strategici del progetto europeista, soprattutto in questa fase di investimenti per il riarmo, per la verità necessario come deterrente contro l’aggressore russo alle porte e per fronteggiare altre tensioni geopolitiche. Non ha mai espresso posizioni di “exit” per una Irlanda fuori dall’Unione europea, ma desidera la neutralità militare di Dublino e una certa equidistanza geopolitica rispetto ai grandi blocchi. Sulle questioni di politica estera si è espressa chiaramente, ad esempio a favore delle ragioni palestinesi. Pur condannando l’attacco del 7 ottobre, definendolo “assolutamente inaccettabile” e un crimine di guerra, ha generato clamore il suo riconoscimento di Hamas, che essendo stato eletto tra il 2006/2007 sarebbe “parte del tessuto della società civile” palestinese. Questa affermazione è stata criticata dal Taoiseach (Primo Ministro) Micheál Martin, leader del partito di centro-destra Fianna Fáil, per aver apparentemente “giustificato” Hamas, accusa che Connolly ha respinto.
C’è oggi chi si chiede come sarà il futuro politico irlandese. Pur avendo Connelly un ruolo costituzionalmente legato agli aspetti cerimoniali e con limitati poteri esecutivi, le sue prese di posizione, soprattutto in politica estera, potrebbero portare a tensioni con l’attuale Governo irlandese e costituire un elemento di instabilità politica europea, sia in senso positivo che negativo, in un momento di necessaria unità europea di fronte alle sfide crescenti e ai pericoli geostrategici.
Una donna forte e determinata che sicuramente entrerà nella storia politica irlandese e nell’immaginario ispirazionale delle giovani generazioni e delle ragazze di tutta Europa.
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