Il prossimo G7 sara’ uno snodo per la politica internazionale molto importante visto il momento complicato che viviamo sotto ogni punto di vista. Il mondo e’ in fiamme e le difficoltà in termini di pace e sicurezza si moltiplicano.
Ma forse, proprio per questo, guardare il mondo e le varie gravi crisi in corso con gli occhi delle donne non è un esercizio stilistico o una mera questione di parità o pink washing per quelli più scaltri, ma una reale necessità e opportunità.
Questo mondo fatto per uomini e governato da uomini in maggioranza non sta producendo grandi risultati.
E dove c’e’ apartheid di genere, discriminazione di genere e multipla anche a danno di razze, minoranze e comunita’ lgbtq+ , guarda caso ci sono generalmente, nella migliore delle ipotesi, miseria, analfabetismo, economie povere, e, nelle peggiori, violenza e guerra ed esclusione dalla comunità internazionale.
Per questo, oggi siamo qui per interrogarci sulle possibili chiavi di lettura e suggerimenti che promanano da delegazioni ed esperte che voglio presentare, e che ci aiuteranno a comprendere il lavoro che ci aspetta ed il punto di vista che vogliamo che sia fortemente presente al prossimo G7 in Puglia.
Cosa si aspettano le nostre interlocutrici quest’ oggi, dall’imminente appuntamento del G7 e cosa puo’ offrire di meglio e di più una ottica di genere, che sia integrata al summit e non collaterale ad esso?
Alcune considerazioni offerte dalle partecipanti al panel della due giorni del Women 7 a Roma partono dall’ analisi della strada compiuta in quasi 25 anni, quando il 31 Ottobre del 2000, per la prima volta nella storia, venne riconosciuta all’interno di una risoluzione dell’ONU la specificità del ruolo, dell’esperienza e dei bisogni delle donne in una situazione di conflitto: durante la guerra e negli auspicati processi di pace. Ad unanimità, infatti, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) approva la Risoluzione 1325: primo documento del Consiglio in cui viene problematizzato l’impatto dei conflitti armati sulle donne e viene sottolineata l’importanza di una loro viva ed equa partecipazione nei processi di sicurezza, promozione e mantenimento della pace.
Come noto, in qualsiasi conflitto, anche nell’ attuale scenario internazionale davvero infuocato, le donne (insieme ai bambini) sono i soggetti che pagano il prezzo più alto sia in termini di vite umane che per penalizzazioni di ogni tipo.
Gli obiettivi più importanti della risoluzione 1325 si basano sulle celebri 3 P: Prevenzione, Partecipazione e Protezione delle donne nei contesti di conflitto.
Attraverso la risoluzione 1325, per la prima volta nella storia del diritto internazionale si evidenzia l’enorme e iniquo impatto dei conflitti armati sulle donne, ma volgendo anche in positivo questo dato, si riconosce alle donne stesse un grande potenziale nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitto. Proprio per questo, è essenziale lavorare in rete, accrescere il peso delle donne in qualsiasi consesso nazionale, internazionale e multilaterale, come il W7,su più aspetti, cerca di fare in modo pratico e non retorico.
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Peace is the Answer, Speakers:
- Irene Fellin, Secretary General’s Special Representative for Women Peace and Security, NATO
- Francesco Corvaro, Italy’s Special Climate Envoy, Ministry of Foreign Affairs
- Loredana Teodorescu, President, WIIS ITALY, Head, Mediterranean Women Mediators Network
- Muzna Dureid, Advocacy Manager, Nobel Women’s Initiative & W7 Advisor
Moderated by: Valeria Manieri, Le Contemporanee Journalist
Programma completo W7
Italy Communiqué