Riceviamo l’appello a mobilitarsi di Giovanna Melandri:
Come possiamo restare indifferenti o con le mani in mano mentre in Iran le donne stanno dando vita a una protesta coraggiosa, sfidando il regime e la morte stessa?
Continuano in queste ore senza sosta le proteste in Iran dopo la barbara uccisione di MahsaAmini, la 22enne arrestata dagli agenti della “polizia morale”: è stata picchiata a morte perché non indossava correttamente il velo, prelevata a Teheran mentre era in vacanza con la sua famiglia.
Pensate, presa all’improvviso e pestata a morte perché le fuoriusciva una ciocca di capelli. Sembra assurdo, ma così va in Iran e in altre parti del mondo. Penso alla condizione atroce in cui versano nuovamente le donne afghane.
Ma è successo qualcosa di grande stavolta, in Iran. Già al funerale di Mahsa moltissime giovani ragazze hanno tolto il velo al grido “Morte al dittatore”.
Le manifestazioni di dissenso e protesta stanno crescendo ancora. Circolano numerosi video sui social e in rete dove donne iraniane di ogni età si tagliano capelli o bruciano il proprio hijab in segno di profonda rabbia e contestazione al regime.
Ora, io non so cosa di meglio potremmo fare, noi donne del mondo libero, per aiutarle. Vi prego di aiutarmi e aiutarci a pensare qualcosa di utile ed efficace. Ne stiamo parlando in queste ore anche con le amiche de Le Contemporanee. E spero davvero che possa nascere una mobilitazione trasversale e importante. Sono coraggiose. E noi? Dobbiamo stare accanto a loro.
immagine da Vogue
Una risposta
L’assassinio di Mahsa Amini è un crimine abietto che “qualifica” il regime iraniano che si macchia, si è macchiato e si macchiera’ di delitti di stato che, in quanto tali, rimangono impuniti e quello che è peggio non hanno ancora scosso la coscienza di quegli uomini di potere che si dichiarano “RELIGIOSI”.
Essi somigliano tanto agli antichi sacerdoti che offrivano ai loro falsi dei sacrifici umani:
BARBARI TRAVESTITI DA RELIGIOSI.