Quel che accade in Iran in questi giorni, ci preoccupa, ci addolora ma deve anche “occuparci”.
Ovunque le donne nel mondo lottano e manifestano la propria forza, come abbiamo provato a raccontare giorni fa durante il primo evento La Forza delle Donne, evento di coordinamento tra attiviste, rifugiate, associazioni ed esperte provenienti da tanti paesi del mondo e continenti, luoghi difficili quando non impossibili per le donne: Iran, Afghanistan, Bielorussia, Russia, Ucraina, America latina, Africa.
La forza delle donne è eroica, difficile da fermare, ma l’orrore a cui assistiamo è atroce e ci interroga sui prossimi necessari strumenti di lotta. Una lotta internazionale e transnazionale.
Il Regime di Teheran sta diventando spietato e pericolosamente nazista. Se ai tempi della seconda guerra mondiale il regime tedesco marchiava con numeri e atrocità milioni di ebrei, in Iran stanno mettendo in atto un altro modo per marchiare e punire chi lotta, specialmente le donne. Da quanto si apprende da fonti inglesi, dal Guardian che ha interpellato medici persiani in loco, le forze di sicurezza iraniane sparano da distanza ravvicinata alle donne, durante le proteste, colpendole volutamente al volto, agli occhi, al petto e ai genitali.
Le colpiscono nella loro bellezza, e forza. Quella che temono e non sanno gestire, se non in modo bestiale. Le colpiscono nella loro femminilità.
È inaccettabile e crudele.
Dobbiamo pretendere che i governi europei cambino passo con l’Iran e che ci siano organismi internazionali che vadano a vigilare su quanto accade impunemente. Che la diplomazia trovi una via per sanzionare, dissuadere il regime, farlo sentire sotto scacco.
Queste generazioni, giovani, femministe, coraggiose, commoventi, danno una prova di maturità, di nonviolenza, di libertà e voglia di democrazia senza precedenti.
Dobbiamo stare al loro fianco. Dobbiamo trovare un modo insieme, coraggioso e dirompente. Su questo vogliamo aprire un dibattito proprio qui sul media civico de Le Contemporanee
Immagine da INDIA TODAY