Marisa Rodano, parlamentare in Italia e al Parlamento Europeo, nonché prima donna a essere eletta vice presidente della Camera, co-fondatrice e dirigente dell’Unione donne italiane (UDI) e partigiana durante la Resistenza, è morta a Roma venerdì notte, all’età di 102 anni. Era l’ultima persona ancora viva ad aver fatto parte della prima legislatura della storia repubblicana. Diplomata al liceo “Ennio Quirino Visconti”, laureata in Lettere alla Sapienza, era figlia di un podestà fascista e di una donna di religione ebraica. Con la firma delle leggi razziali da parte di Benito Mussolini, il padre – Francesco Cinciari – la abbandonò, insieme alla madre.
Cattolica e comunista, fu arrestata nel maggio del 1943 per la sua partecipazione alle attività della Resistenza, e detenuta a Regina Coeli sino a luglio.
Nel 1946, Rodano militò nel comitato a favore del diritto di voto per le donne, animandone con zelo ed entusiasmo le attività. Dal 1948 al 1968 fu deputata: nel 1972 senatrice e, dal 1972 al 1979, consigliera provinciale a Roma. Nel 1979, venne eletta al Parlamento Europeo ove mantenne il seggio fino al 1989.
L’8 marzo del 1946, Rodano ebbe anche un ruolo determinante nel creare un simbolo iconico: propose infatti la mimosa come simbolo della Giornata internazionale della donna, che quell’anno si festeggiava per la prima volta nell’Italia libera dal fascismo: “Il garofano c’era già per il Primo Maggio, l’anemone era troppo costosa – era solita raccontare – e così la mimosa, venne naturale. Nei dintorni di Roma era facilmente reperibile, nella bella stagione”.
Queste, le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per ricordare Marisa Rodano; “Partigiana, parlamentare, deputata europea, prima donna a assumere l’incarico di vicepresidente della Camera, ha dedicato la sua esistenza all’attività politica, battendosi per la libertà e, successivamente, per la parità di genere e per i diritti e la giustizia sociale. La sua figura, lucida e appassionata, costituisce un esempio e un riferimento per tutte le italiane e gli italiani che si dedicano all’impegno civile per il bene comune.”
Con Marisa, ci lascia un pezzo della nostra storia: nonchè una delle più significative testimoni della lotta femminista ed anti-fascista.
Ciao, Marisa. Grazie per esserci stata.