Care tutte, cari tutti e car* tutt*: saranno mesi impegnativi e nonostante l’estate, le nostre teste e le nostre gambe non smettono di cercare nuovi sentieri per raggiungere la parità di genere.
Abbiamo una meta in mente, ed è da qui che ricomincia il nostro lavoro certosino.
L’ obiettivo è mettere in campo una idea che da tempo ci frulla in testa: creare una autorità garante contro le discriminazioni di genere e multiple, un po’ l’antitrust delle politiche di genere, specialmente nel mondo del lavoro.
Con alcune care amiche come Emma Bonino, Agnese Canevari e l’economista Fiorella Kostoris ci lavorammo gia’ diversi anni fa. Andando a cercare su Google e non solo, ritroverete molti articoli comparsi sulle prime pagine del Corriere della Sera e del Sole 24 ore. Ipotizzammo già allora di raccogliere l’invito di una direttiva europea che chiedeva ai paesi membri di adeguare i propri organismi di parità secondo logiche di indipendenza dal potere politico, a cui, ancora oggi non abbiamo risposto adeguatamente. Si tratta della direttiva 54/2006/CE.
Visti i ritardi italiani, e il buono e cattivo tempo giocato dalla politica e dalle istituzioni, occorre come minimo porre il tema di una inadeguatezza strutturale degli organismi di lotta alle discriminazioni di genere attuali. Ci sono, ma sono abilitati a funzionare poco e non hanno capacità sanzionatoria. Soprattutto, non sono indipendenti dal potere politico: sia il ministero delle pari opportunità, nei suoi nomi e nelle sue declinazioni durante il corso degli anni, è di emanazione politica e risente di questo. Lo stesso vale per le pur validissime consigliere locali e nazionali di parità. Sono brave e si impegnano, ma sono di nomina politica e quindi, come per il vino, “dipendono dall’annata”. Ne parlo con il massimo rispetto, ma occorre essere pratiche e partire dalle basi. Cambiare le regole del gioco comporta anche modificare alla radice ciò che monitora e sanziona.
Già aprire un dibattito pubblico su questo sarebbe importante. Ma l’obiettivo è mettere nero su bianco un testo, una proposta di legge, che istituisca una autorita’ garante contro le discriminazioni di genere e multiple. Gli step sono complessi ed esigono studio. Vogliamo però procedere su questo terreno che è innovativo e inesplorato. Riteniamo sia necessario e che creare una autorità garante che operi intanto nel settore del mercato del lavoro, mettendo a sistema, risorse e personale, competenze, normative, capacità sanzionatoria, abbia bisogno dell’ intelligenza di tutte e di tutt*.
Senza distinzioni politiche, partitiche, sindacali, accademiche o interessi di parte. Abbiamo bisogno dell’ energia e dell’ analisi delle persone più competenti e appassionate per riuscirci davvero.
E così, lanciamo l’ appello delle contemporanee.
Una autorità garante contro le discriminazioni di genere e multiple: chi ci sta?